2019 | Lettera alla mia città
Gaetano Massara
Lettera finalista nella categoria Lettera di un'adozione.
Ciao,
ti do del tu e, ti prego, fallo anche tu.
Sì, lo so, non ci conosciamo, ma c’è un filo sottile che ci unisce, ci avvicina e sostiene la mia immaginazione.
Non so dove sei, con chi stai, come sei e nemmeno come ti chiami. Ci sono momenti in cui penso a te, vengono cosi, senza preavviso anche se sono inevitabilmente legati a lei. Lo sai vero di chi sto parlando?
È quella lei che ci unisce in un modo o nell’altro. Tu non hai potuto fare a meno di rinunciare a crescerla, io l’ho accolta, aspettata, amata. Un suo sorriso particolare, un pianto a dirotto, il suo modo di camminare, la sua pelle e , sempre , il giorno del suo compleanno, mi portano col pensiero li, nei tuoi paraggi. Hai contribuito, in modo determinante, al mio essere padre senza essere la mia donna e senza essere la sua mamma. Sembra incredibile, ma è proprio cosi. Ecco, non ci sono parole per descrivere l’amore come lo fanno certi gesti, a volte estremi, forzati, condannati come può essere l’abbandono di un figlio, che però possono portare da una nuova vita, rinnovata, desiderata e, finalmente, vissuta nella sua pienezza come con l’adozione. Che bello pensare a questo amore che unisce da una parte il dolore, l’angoscia e dall’altra la gioia e la felicità. Madre Teresa di Calcutta diceva: “Una ti ha dato la vita, l’altra ti ha insegnato a viverla” riferendosi alle donne che lei porta nei geni e nel cuore. Non so perché tu non ti sia potuta prenderti cura di lei, ma grazie, sinceramente, per averla messa al mondo e averle dato l’opportunità di esprimere le sue potenzialità in una famiglia. Certo, non è stato facile per nessuno, soprattutto per lei, ma a me piace capovolgere i no che si incontrano nella vita in si. Ecco che allora ogni pezzo di questo puzzle si incastra perfettamente e il risultato ottenuto contiene il contributo di diverse persone in particolare il tuo, quello della sua mamma e del suo papà. Oggi siamo sereni, uniti, consapevoli delle difficoltà e dei tanti no che ancora dovremmo trasformare in si. Non credo che questa lettera possa mai raggiungerti, ma mi auguro vivamente che anche tu sia riuscita, come me, a trasformare i tuoi no in si .
Con riconoscenza,
il suo papà.
