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2014 | Lettera a un sogno

Claudia Berutti

Lettera finalista nella categoria Lettera di un'adozione.

C’era una volta una mamma con la pancia “rotta”. Quella mamma ero io. E c’era una volta… una bimba che è nata il 18 ottobre 1995 e che si chiama Deborah. Il giorno dopo, cioè il 19 ottobre 1995, tuo padre ed io entravamo al Tribunale dei Minori per consegnare la domanda di adozione. Uscendo ci domandavamo se il bimbo o la bimba che avremmo adottato fosse già nato/a …. Tu avevi appena 1 giorno. Dopo 10 mesi ti avremmo preso in braccio per la prima volta. Avevi invaso il nostro cuore di una felicità infinita, a tal punto che, dopo un anno e mezzo dal tuo arrivo, mi si è miracolosamente “aggiustata” la pancia e dentro ci è comparso un piccolo bimbo… il tuo primo fratellino. Anche se tu avevi solo 2 anni e mezzo, ti avevamo già parlato spesso dello “stare nella pancia” e dello “stare nel cuore”. Quando ti avevamo spiegato che eri stata tanto tempo nel nostro cuore, tu ti eri avvicinata al mio petto per sentire il mio battito e te ne eri uscita con un: – “E vero: ancora adesso dice DeboDebo”. Quando guardavi la nostra foto di nozze chiedevi perché tu non eri li in mezzo a noi e ti spiegavamo che non ti si vedeva, ma tu eri già nel nostro cuore. “E che succede adesso che arriva il fratellino? Devo uscire io o fargli un po’ di spazio?”. Ti abbiamo rassicurato: ”Non c’è problema: il cuore delle mamme e dei papà, si raddoppia, diventa molto più grande, ogni volta che nasce un altro bambino, così tutti ci stanno comodamente dentro, insieme, vicini vicini”. Soddisfatta. Serena. Sapevi anche di essere stata nella pancia di un’altra mamma che, ti abbiamo spiegato, poi ha avuto dei problemi e non poteva farti le coccole e curarti, ma che ti ha voluto tanto bene da farti nascere. “E com’era la mia mamma di pancia?”; “Non lo sappiamo, ma senz’altro aveva dei bellissimi riccioli neri e gli occhioni scuri come i tuoi, ed era bellissima come te!” E lei: “Ma allora ti somigliava: capelli neri e occhi neri” Io:“Probabilmente si, hai ragione”; e lei: “E poi…voi eravate amiche!” – “Ma lo sai che non l’ho conosciuta” – “Si, ma dovevate per forza essere amiche, perché tutte e due mi volevate bene” – “E’ vero…. per quello siamo amiche…” – “Lo sapevo” e te ne sei andata a giocare serena e soddisfatta… Una sera di dicembre, tuo fratello aveva qualche mese, eravamo nel lettone con il pigiama e tu mi hai chiesto: -“Mamma, posso provare a far finta di essere nella tua pancia?” -“Certo amore, vieni sotto la maglia del pigiama”. Essendo uno scricciolino di 3 anni sei riuscita a raggomitolarti sotto il camicione e te ne sei stata lì per un po’ con le mie braccia che ti circondavano. – “Come si stà?” – “Bene, mamma … e’ bel caldo” – “Sai qual è il problema? Che poi si nasce e bisogna uscire di lì…invece, sai il vantaggio di stare nel cuore? Che ci si resta per sempre!” – “E’ vero mamma” – uscendo da sotto il pigiama – “Aspetta che vengo sul tuo cuore” E sei venuta in braccio a raggomitolarti sul mio petto, caldo e morbido. Naturalmente sono stati minuti lunghissimi, perché non sapevo come sarebbe andata a finire, ma il Signore delle mamme accende qualcosa in te, che ti fa “sentire” qual è la cosa giusta in certi momenti.

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