Amici del festival
L’inconfondibile voce di Fabio Caressa racconta la storia di Vincenzo Boni

È la voce che siamo abituati a sentire quando si parla di calcio, grande sostenitore della Roma.
In occasione di Lettere e Sport però Fabio Caressa si è fatto interprete delle parole di un super-tifoso del Napoli e campione plurimedagliato di tutt’altro sport, il nuoto paralimpico.
Vincenzo Boni è l’autore di questa lettera, una lettera che già dall’incipit appare forte, dura ma densa di valori positivi.
Ciao BASTARDA,
e lascio a te la libera interpretazione del termine, ma non potrà che essere qualcosa di dispregiativo.
Dalle mie parti con questo termine si indica anche chi non ha genitori, ed in effetti questa cosa ti si addice molto.
Anche tu sei orfana, di padre, di madre, di tutto, ma a quanto pare a te la cosa non pesa affatto.
Oltre che bastarda hai la fortuna di essere la capostipite di una nuova famiglia, con me il tuo primo ed unico figlio: bella famiglia di merda, mi verrebbe da dire…
Hai deciso di adottarmi 24 anni fa, quando io di anni ne avevo solo 6, privandomi della spensieratezza che contraddistingue un bambino a quella età, rendendo tutto in salita in quegli anni dove bisogna piangere solo perché ci si è sbucciati le ginocchia, e non mentre senti un ago che ti perfora la schiena.
È poco dopo questo episodio che io e te ci siamo conosciuti. Charcot Marie Tooth ti chiamavi, ma per me eri e sarai la bastarda!
Il primo caso nella mia famiglia, prima di me nessuno aveva avuto il dispiacere di incontrarti…
“Ci vuole culo”, ho iniziato a pensare anni dopo, mentre cominciavo ad avere più coscienza di cosa mi avessi privato…
Non hai minimamente idea di quante volte ho imprecato contro di te, fino ad addormentarmi, piangendo… mentre ti maledicevo.
“Grazie” a te ho imparato fin da piccolo cosa vuol dire essere guardato con occhi diversi, sentir mormorare gli altri che evidenziavano ciò che avevo di diverso rispetto a loro, e sapevo bene che nessuno poteva far nulla per affievolire il mio malessere.
Così come fanno i pugili incassavo e portavo a casa. Incassa oggi, incassa domani, imparai a creare la mia corazza. Forse era scritto da qualche parte che io e te dovessimo incontrarci. Nel destino, nelle stelle, chissà. Ma dopo 24 anni posso dire che forse qualcosa di buono sei riuscita a fare… senza te non sarei ciò che sono adesso. Hai reso la mia visione delle cose totalmente diversa rispetto a quella degli altri. I valori, il modo di vedere il mondo, non sono quelli di un ragazzo “normale”, ne sono consapevole. Ma soprattutto sai, bastarda, se oggi ho qualcosa da raccontare, se agli occhi degli altri sono una persona interessante per ciò che faccio e per come lo faccio, credo che questo sia frutto degli insegnamenti da te impartiti. Volente o nolente qualcosa me l’hai insegnato, e non so dirti se ora son più le cose a cui ho rinunciato a causa tua, o quelle che ho conquistato da quando sei con me, ma fatto sta che per il resto della mia vita sarai tu a condizionare le mie scelte, i miei pensieri e la mia quotidianità.
Ho realizzato gran parte dei miei sogni, visitato luoghi e sentito profumi che pensavo irraggiungibili e inimmaginabili, e questo mi costa ammetterlo, ma lo devo a te.
Sia chiaro bastarda non ti sto ringraziando per aver scelto me, questo non accadrà mai, ma che negli ultimi anni ce l’abbia un po’ meno con te, si, questo posso dirtelo.
Amici del festival
Antonio Cornacchione legge la lettera che accorcia le distanze e celebra il sogno di tanti ragazzi.

Antonio Cornacchione ha portato sul palco della Casa delle Arti le emozioni racchiuse nella lettera di Martina Dei Cas, vincitrice del premio speciale Writing the distance.
Con la sua lettera Martina ha dato voce a milioni di bambini e ragazzi che a causa della guerra si vedono negato il diritto all’istruzione, giovani a cui “non servono scuole belle come castelli, ma adulti coraggiosi, che ci aiutino ad imparare anche nelle circostanze più avverse. Perché tu, cara scuola, non sei un luogo. Ma un sogno fragile. L’unico capace di cambiare in maniera durevole il destino di popoli e Paesi”.
Per leggere la lettera, clicca qui.
Amici del festival
Max Pisu: comico, attore e papà legge la migliore Lettera Under 14

Fa sorridere ma anche riflettere la lettera vincitrice della categoria Under 14.
Proprio come il suo interprete: Max Pisu, attore e comico che riesce sempre a unire l’ironia a un racconto puntuale e critico della quotidianità, che ha dato voce al racconto di Matilde Mezzetti.
La vincitrice della categoria riservata ai più giovani ha raccontato la sua esperienza durante il periodo di didattica a distanza con spontaneità e simpatia, senza nascondere il senso di smarrimento dato dalla chiusura della scuola e il desiderio di riabbracciare i propri cari e ritrovare una certa “normalità”. Il testo della lettera è disponibile qui.
Amici del festival
Valerio Bongiorno interpreta la Lettera d’oro 2020/21

È di un’insegnante di Fossalta di Portogruaro, Laura Musso, la lettera che vince l’edizione 2020/2021 del Festival. A dare voce a questo ironico racconto del percorso scolastico della protagonista, dalla scuola elementare fino alla vita da docente, l’attore e operatore teatrale Valerio Bongiorno.
Clicca qui per leggere il testo della Lettera d’oro 2020/21
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