2016 | Lettera a un artista
Vittore Andreotti
Lettera finalista nella categoria Lettera a un artista.
Egregio Signor Vito Servello sento la necessità di scriverle per manifestarle tutto il mio più sincero apprezzamento per il lavoro che sta svolgendo con diligenza e dedizione presso il nostro condominio. Definirla custode coscienzioso ed affidabile è assolutamente riduttivo perché, a mio modesto parere, lei può essere considerato un vero artista a pieno titolo. Signor Vito Servello lei è l’artista del pomello. Sono pochi quelli che si possono definire tali, artisti dentro intendo, con la A maiuscola. È indubbia la sua predisposizione per l’arte, per l’estetica, per la bellezza, ma soprattutto per la brillantezza. Arte che ha abbracciato fin dalla sua tenera età, coltivandola e affinandola in anni di pratica. Come lei ben sa tutte le mattine esco di casa alle 8 e regolarmente, passando davanti alla guardiola, mi soffermo un attimo sperando di poterle dare il buongiorno, ma invano, lei non c’è. Scorgo però che il suo camice beige, usurato dal tempo e dal lavoro, è appoggiato sulla poltrona, segno innegabile della sua presenza. Ciò mi conforta e mi tranquillizza. Passando poi davanti al bar, a pochi metri dal portone condominiale, ci butto un occhio ed ecco! Come pensavo…Lei è lì e mi rallegro nel vederla sorseggiare il primo dei suoi quotidiani sette caffè. È inutile che cerchi maldestramente di eclissarsi in tutta fretta. È più che legittimo ricaricarsi prima di affrontare la giornata. Alle 18 circa rientro a casa, passo di nuovo davanti alla guardiola e la trovo questa volta presente ed operativo, seduto alla sua scrivania con indosso il camice beige d’ordinanza. “Salve Vito! Come va?” Nessuna risposta, nessuna reazione. La osservo con più attenzione e scopro che i suoi grandi occhi sotto le spesse lenti sono socchiusi e le sue labbra vibrano impercettibilmente ad intervalli regolari, provocando una sorta di sibilo sommesso. Si direbbe in coma vigile, se non fosse per quel fischietto. Sorrido e la lascio tranquilla. L’artista sta meditando. Mi avvio quasi in punta di piedi verso l’ingresso della mia scala ed ecco che scopro l’opera. Dire che il pomello d’ottone del portoncino sia lucido è un eufemismo. Lo definirei piuttosto sfolgorante: una vera opera d’arte. Lo sforzo e l’impegno profusi dall’artista sono evidenti e fuori dal comune e devo ammettere che il suo riposo è ora più che meritato, più che giustificato. Vito Servello, l’artista del pomello! Grazie per avermi fatto capire l’unico scopo dell’umana esistenza: accendere una luce. Ci vuole però la tecnica, i giusti strumenti, il lento movimento circolatorio, un innumerevole numero di passate e ripassate, le doverose pause per riposare, per osservare, per decifrare il raggiunto grado di lucentezza, per compiacersi del proprio lavoro sotto ogni aspetto ed angolazione, da vicino e da lontano, da sopra e da sotto, di profilo e di fronte. Il nostro condominio ha quattro scale, quattro portoncini, più il portone principale, ogni porta ha due pomelli che in totale fanno dieci pomelli da lucidare ogni giorno, un enorme lavoro che costa tempo, fatica, concentrazione, precisione e soprattutto un inesauribile talento. Vito, lei è un vero artista! Non si preoccupi se i bidoni dell’umido vomitano maleodorante materia organica o se il cane dell’avvocato del primo piano marca quotidianamente l’ingresso mostrando a tutti di avere un serio problema intestinale, non è compito suo. Non metta a repentaglio la sua incolumità cercando di cambiare una lampadina o togliere una ragnatela. È noto che la scala a pioli è tremendamente infida, lo dicono le statistiche. Non si metta a gareggiare col vento per acchiappare qualche foglia in cortile, questo è l’autunno. Non innaffi piante e fiori, il meteo dice che presto pioverà. Inutile imbucare la corrispondenza nelle caselle, è provato che il “fai da te” è un ottimo sistema che sta prendendo piede in ogni campo della vita sociale. Se dovesse disgraziatamente nevicare, che non le venga in mente di mettersi a spalare o spargere sale: il clima è cambiato e stia certo che quella ridotta quantità di neve si scioglierà presto a causa del riscaldamento globale. Nelle lunghe e rigide giornate invernali le raccomando di starsene al calduccio della sua guardiola. Non vorrei mai che dovesse cadermi malato facendosi sostituire da un custode qualsiasi, senza arte né parte, pregiudicando in tal modo la lucentezza condominiale. Caro Vito se l’Italia fosse un ritratto avrebbe il suo volto, il volto di un grande artista assopito. Non ci resta che sperare in un inaspettato e miracoloso risveglio. Che il lustro sia con lei! Viva l’Arte! Viva l’Italia!
Cordialmente,
Vittore Andreotti
