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2013 | Lettera di scuse

Viola Fagioli

Lettera vincitrice nella categoria Lettera 313.

Caro Comune di Milano,
secondo me è difficile accettare l’altro per più motivi, partendo dal sesso di una persona fino ai vestiti che indossa. È fastidioso sentirsi osservati, giudicati per ciò che si ha o ciò che si pensa, ciò che si desidera. Se sei “nero” allora sei uno scalino in meno. Se sei donna anche. Se ti vesti di nero sei depresso. Se ti tagli le vene sei emo. Se hai i capelli blu sei punk.
Giudicare. Per ogni cosa. Non ha senso. Ognuno si veste, ognuno pensa, ognuno ha ciò che vuole e fa ciò che vuole. Se sei “bianco” sei ricco. Se hai una Porche sei un “figo”. Se ti vesti “Abercrombie” sei il dio del momento. Io non mi vesto Abercrombie anche perché tu paghi una felpa 40€ nel paese in cui la fanno (India, Giappone, Filippine e Cina) pagano 10€ al mese come stipendio di una persona.
Se vai in questi paesi e sei “bianco” ti squadrano dal basso fino alla testa. In India ti rubano qualcosa se sei italiano ma non sanno che crisi c’è in questi tempi. Molti vengono in Italia per far fortuna, per un lavoro, per diventare famosi. Come le ragazze si affidano agli uomini del proprio villaggio, che promettono un lavoro con stipendio alto e finiscono per strada a fare le prostitute senza una casa, in mano a uomini di cui non sanno neanche il nome.
Ho degli amici in Bangladesh, a nord-est dell’India. È una famiglia con tre figli. Uno di questi si chiama Bernardo e ha tredici anni, non si può alzare dalla sedia a rotelle. Quando era piccolo (nato con questo problema) avevano promesso al papà, Lino, che avrebbero fatto un’operazione a Bernardo e gli sarebbe passato tutto. È costato 5 mila euro e adesso è peggio di prima. A scuola non vogliono i ragazzi come lui. Ci sono le scuole apposta per “quelli come lui”. Se li vedi per strada dovresti sputargli addosso. Come i cani.
La tolleranza non esiste più, ma non solo in Italia.
Mio fratello, l’anno scorso doveva scegliere il liceo dove crescere, dove studiare… L’ambiente giusto. Ha provato a vedere un liceo artistico, il programma gli piaceva tantissimo, il problema era il posto. Vedeva ragazzi picchiarsi, sputare, fumare, insultarsi. Mia madre gli ha proibito di andare in questo liceo proprio per l’ambiente e la gente che lo frequenta. Mia nonna dice sempre “io alla tua età studiavo, aiutavo la mamma in cucina e anche al lavoro, non dicevo tutte queste parolacce”… Nonna tu sei nata sessant’anni fa, ora siamo nel 2013 e questa è la “moda” di oggi. Se non le dici “sei sfigato”.
Uno mi ha detto “nella mia scuola se non bestemmi ti menano”.

Questa è l’Italia di oggi.

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