2006 | Lettera al mio dio
Valeria Marchisella
Lettera vincitrice nella categoria Lettera a tema libero.
Carissima mia,
ti scrivo questa breve lettera da un vagone vuoto di un treno quasi deserto. Sono in viaggio da più di 6 ore ormai e penso che tra poco arriverò a destinazione.
Fuori il paesaggio cammina, corre, fugge. Tutto rincorre tutto: case, alberi, auto, nuvole silenziose in un cielo che ancora deve splendere. Gli occhi sono gonfi dal sonno, ma troppi pensieri sono penetrati nella mia testa tanto da non farmi riposare. Vorrei potermi godere la bellezza di questi paesaggi, lasciarmi andare a timide immaginazioni, svuotare la mente nell’azzurrino di questo cielo e nel verde quasi impercettibile di queste campagne.
Tutto questo vorrei, ma mi è impossibile. Un’immagine si è impressa nella mente come un fermo immagine: i tuoi occhi. È stato solo un attimo, forse anche solo un millesimo di secondo. Eppure, in quel brevissimo lasso di tempo, mi ha detto tutto. Il tuo sguardo era sempre in quella fredda apparenza, ma io ci ho visto tanto calore. Tu, stretta nel tuo lungo giaccone blu e con quei capelli un po’ troppo sbarazzini mi dicevi che ti sarei mancata, senza però pronunciare nessuna parola. Quante volte avrei voluto fermare questo treno e stringermi tra le tue braccia e quelle della mia amata terra, la terra del Sud.
Ma, a volte, si deve aver la forza di abbandonare, se così si può dire, le cose che amiamo. Mentre ti scrivo, mi viene in mente il verso di una canzone: “tu che sei la forza e la grazia, sei tu la mia forza, lama del mio braccio… nel tuo amore mi farai avanzare…”. Ed è tutto dedicato a te. Il treno sta rallentando la sua veloce corsa; credo di essere arrivata mamma.
Ci sentiamo presto.
Un bacio
Valeria
