2018 | Lettera a chi ha cambiato la mia storia
Valeria Gili
Lettera finalista nella categoria Lettera a tema libero.
Caro corpo,
siamo insieme ormai da 57 anni e tutto sommato ci conosciamo abbastanza bene. Abbiamo avuto alti e bassi, momenti di crisi e momenti di felicità assoluta. Ti ho pensato in maniera diversa a seconda delle fasi della vita. Quando ero una bambina, di te non mi ricordo, stavamo insieme ma in modo così affiatato che non saprei che dire di allora. Il primo ricordo che ho di te è quando al mare, da ragazzina, le mie gambe hanno cominciato a prudere violentemente, forse per un’allergia o per una somatizzazione della quale allora ero inconsapevole e le mie unghie non bastavano a darmi sollievo.
Poi sono stati giorni tranquilli da adolescente, con te che eri un corpo normale, ben proporzionato, che mi ha permesso di vivere serena la mia giovinezza. Qualche difetto lo avevi anche tu però: eri allergico agli acari, ai pollini dei fiori, al pelo dei cani e dei gatti; poi quei peli veri sulle gambe che un po’ mi mettevano a disagio e che con regolarità dovevo togliere.
Più avanti, caro corpo, quando l’ansia che avevo per gli esami all’università ti faceva battere il cuore in modo tachicardico, complici anche i tanti caffè bevuti durante lo studio con le amiche. E poi la gioia che mi hai dato quando mi sono davvero innamorata, da ragazza, del giovane che sarebbe poi diventato mio marito: la scoperta che tu, caro corpo, piacevi anche a lui.
Un giorno invece, ormai sposata a Torino, mi hai fatto capire che dovevo risolvere alcuni nodi della mia vita che non volevo affrontare e così siamo finiti al pronto soccorso in preda a un forte attacco di panico. Ma sei stato bravo ad avvertirmi che era ora di cambiare e affrontare, finalmente, la mia vita con consapevolezza. Sei stato dalla mia parte e qualche anno più tardi, mi hai aiutata ad avere la mia prima figlia, sempre al mio fianco anche nei momenti difficili e di scoramento di quell’avventura. Insieme ce l’abbiamo fatta e poi anche il secondo figlio è stato un dono bellissimo. Poi ti ho lasciato un po’ solo, non mi sono occupata molto di te, non avevo tempo, la vita imperversava e io ho seguito più lei di te. Però lo hai accettato e abbiamo collaborato bene lo stesso.
Un giorno, dopo quasi vent’anni dalla nascita dei miei figli, durante una mammografia di controllo, mi hai fatto capire che una fase della mia vita era finita e che non sarei mai più diventata madre perché un ciclo era finito. È stato un momento di nostalgia profonda, lì ho capito che tu hai le tue stagioni e che non si può essere uguali per sempre, ma soprattutto che non si torna indietro. Negli ultimi vent’anni non mi hai dato molti problemi, anche se sei ingrassato un po’ troppo (ma non è stata solo colpa tua) a causa di una nuova fase della mia vita di donna; io però qualche mese fa mi sono messa d’impegno e ho perso tutti i chili di troppo che avevo accumulato, in fondo godendomi la vita. Ma non ti riconoscevo più e qualcosa dovevo fare. Adesso sono serena, felice e in equilibrio con te, con un peso che mi fa riconoscere davvero.
Abbiamo ancora strada da fare insieme, ma le premesse sono buone, buon viaggio.
Valeria
