2013 | Lettera di scuse
Sonia Soave
Lettera finalista nella categoria Lettera a tema libero.
Caro papà,
Non è mai facile incominciare a scriverti, mentre prima era l’unica occasione per dirti del bene che ti volevo: beh, in un certo senso ancora oggi è così.
E ti scrivo perché manca poco al giorno più importante e tanto atteso già dalla tua bambina, da quando leggevi in giro per casa i nomi dei primi ragazzini che mi facevano battere il cuore e di cui ho potuto annunciarti a dicembre di due anni fa dicendoti che “finalmente” mi sarei sposata, che ero davvero felice e che, dopo un anno, avrei coronato il mio sogno: mai grandi emozioni sono trapelate dal tuo viso, ma nessun dubbio sulla tua gioia visto che, sempre senza mai nulla a me proferire, avevi passato ad Angelo il testimone un mese o due prima di quell’altro giorno della mia vita che invece avevo sempre visto lontano.
Chissà se qualcosa sentivi sarebbe accaduto?
Dopo un mese dall’ultimo Natale e dall’annuncio gioioso, tu, papy, sei volato via sulla tua macchina tanto amata, passione di una vita, “rivale” unica e sola, in un attimo e senza aver tempo per realizzare; soltanto quel secondo in cui il tutto si è trasformato in niente.
È già passato tanto tempo, ma il mio amore per te ed il vuoto non sono scomparsi, anzi, sono aumentati e fanno bene, quanto male, ma soprattutto mi tolgono il fiato pensando che in quel giorno non ci sarai: quel giorno di festa non vorrò piangere, so che non vorresti nemmeno tu se non per gioia, per cui lo faccio adesso, immaginandoti al mio fianco e poi alle mie spalle in chiesa, quando non potrò incrociare il tuo sguardo orgoglioso che si permetteva di mostrarsi solo nelle grandi occasioni con me (diversamente che con gli altri); un padre è per sempre, in qualunque modo abbia rivestito quel ruolo, nel silenzio piuttosto che nel rumore. È l’avresti fatto egregiamente anche questa volta!
Ecco, il mio dolore fa piangere molto, seppur abbia scelto una persona speciale per “sostituirti”: tu che insostituibile lo sarai fino all’ultimo dei miei giorni.
Così, come nelle grandi occasioni, ti scrivo il mio amore, certa che non sarai al mio fianco, né alle mie spalle, ma sopra di me, lassù dove tutto si vede, vicino a chi ci donerà il “per sempre”, indissolubile e felice per quanta gioia leggerai nei miei occhi.
Non mi basta, ma è l’unica certezza che ho, l’unica serena consapevolezza che ho avuto da quel 21 gennaio: la nostra vita insieme indipendentemente dai luoghi in cui si viva perché il tuo volto e la tua anima vivranno in me fin quando il Signore mi chiamerà a sé: non ho una morte “scelta”, mentre tu lo sapevi e l’hai avuta, cosa che reputo essere una fortuna, ma anche in quel momento tu sarai con me, perché se eri un padre silente nell’affetto, non lo eri nel dimostrarlo con la tua presenza costante che manca così tanto da straziare il cuore. Ora tante cose le faccio da sola, con la voce dei tuoi insegnamenti, con il tuo volto impresso nella mente e la percezione di sentire la tua voce: essi sono la grande forza di un grande amore.
E sono la mia forza per togliere il velo di tristezza che potrebbe oscurare il mio viso in quel giorno meraviglioso che sta per giungere: saranno la nostra forza fino all’eternità.
Ti amo tanto
Sempre tua
Sonia (sbirulina!)
