Connect with us

2016 | Lettera a un artista

Sara Stroppa

Lettera vincitrice nella categoria Lettera a tema libero e Premio speciale Writing the distance.

Ciao Nonno,questa lettera ti giungerà inaspettata, è tanto che non ci “parliamo”, a dire il vero è tanto tempo che non ti penso…
Pochi giorni fa sono stata nei tuoi posti, quelli di cui parlavi sempre durante il pranzo di Natale, ricordi? Quei posti di cui tu raccontavi con rabbia mai placata, con orrore, con sofferenza e noi che ti liquidavamo come troppo spesso si fa con anziani logorroici che raccontano cose troppo tristi, troppo lontane dalla nostra realtà perché catturino la nostra attenzione, le nostre emozioni.

C’ero già tornata decine di volte, ma ero solo una bambina ingenua prima ed un’adolescente menefreghista poi; ricordo solo che da lì ti spedivamo una cartolina ogni anno, pensando d’inviarti un pensiero da un posto splendido che tu conoscevi bene, non realizzando nonno che forse a te quel ricordo non portava lo stesso sorriso. Mi dispiace nonno, forse non abbiamo mai pensato che quel posto tu avresti voluto dimenticarlo per sempre.

Ho rivisto quei luoghi con gli occhi di ora nonno, con gli occhi di una persona adulta che nel frattempo ne ha passate un po’, che ha avuto la sua buona dose di ferite che, anche se diverse per ogni personale percorso, allenano alla sensibilità per quelle degli altri.

Volevo dirti che ti ho pensato nonno, ho pensato che le persone “passano” ma le “cose” rimangono, forse il tempo un po’ le cambia, ma restano; quel lago è ancora lassù insieme a quel vecchio edificio che tu lì vedesti con i tuoi occhi di ragazzo spaventato, attraverso lo sguardo duro, quello della foto che nonna mi mostrava sempre…“guarda che bel ragazzo”, diceva.

Le montagne, con la loro maestosità ed il loro silenzio, sono sempre là; quei buchi in cui tu hai vissuto insieme a tanti altri ragazzi come te, sono sempre lassù, con il gelo del ricordo che custodiscono, con l’ombra di quegli sguardi impauriti impressa sulla roccia come il negativo di una vecchia foto. Anch’io come te sono “passata”, mi sono vista bambina in quello stesso bar a scriverti quella cartolina; bimba con lo sguardo un po’ imbronciato e tanta fretta di svolgere quell’incombenza per tornare presto fuori a giocare; anch’io sono “passata” nonno, sono cresciuta e tutto è ancora lì, intatto, e l’emozione che si prova realizzandolo è vita e nostalgia allo stesso tempo.

Scusami nonno se allora ero troppo piccola per capire, ma delle ferite della vita ne sapevo ben poco; vorrei poterti dire oggi che quello che hai passato lassù ha avuto un senso e che il suo valore è ancora difeso da tutti, me inclusa, con tenacia e consapevolezza, ma non posso farlo, non sono mai stata brava a raccontare bugie.

Ti ho pensato tanto nonno, noi “passiamo”, ma un’immagine di noi resta nei luoghi che abbiamo “vissuto” che sia per un’ora, per un giorno, per un anno non importa, dipende dalle emozioni che lì abbiamo lasciato. Anche il tuo passaggio è restato lassù, immutato e silenzioso nel tempo, in quelle trincee umide e buie, in quei buchi gelidi, in quelle croci orgogliose e impavide che svettano sulle cime più alte, incuranti della ruggine che le ricopre e che, con il suo colore, ricorda il troppo sangue sparso su quelle rocce dove oggi ancora qualche fiore trova il coraggio di crescere, quasi a dimostrare che nulla è impossibile.

Io là ti ho sentito nonno, tu c’eri. Grazie per questo tuo ricordo che da sola non avrei mai ritrovato, è stato bello “ascoltarti” di nuovo.

Continue Reading

LEGGI LE LETTERE