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2013 | Lettera di scuse

Sara Maria Mastronicola

Lettera finalista nella categoria Lettera di scuse.

Ciao “Walter il parlucchiere”,
mi dispiace molto averti rotto lo specchietto del motorino.
La dinamica brevemente è stata la seguente: sono caduta dalla bicicletta da ferma sul tuo mezzo che non doveva stare dove si trovava, ovvero sulla pista ciclabile.
Casi.
Essendo le 7 del mattino mi trovo costretta a lasciarti i miei dati personali al bar cinese qui di fronte.
È l’unico aperto.
Ho perso 10 minuti a spiegare cosa fosse successo e di cosa avessi bisogno a Giovanni, nome italiano del titolare cinese con cui parlerai se vorrai contattarmi.
Credo non abbia capito molto.
Posso solo dirti che ha inserito in un quaderno giallo a righe il foglietto con i miei dati. Il quaderno era talmente pieno da non avere più bordi definiti.
Credo tu abbia torto ma sento di avere io la colpa: mezzora prima che ti rompessi lo specchietto ho vissuto una delle mezzore più interessanti della mia vita, antropologicamente parlando.
Sempre brevemente: la ex del mio convivente si è presentata alle 6 in punto alla porta di casa e ha deciso di dare libero sfogo alla sua emotività repressa. Io, dal canto mio, ero in pieno sonno e forse ho focalizzato troppo lentamente. È pur sempre sabato mattina…
Lo scambio di battute è stato rapido quanto il suo scomparire giù per le scale. Comprenderai, pur non essendomi addentrata nei meandri dei “perché” e dei “per come”, lo stato di agitazione generale di tutta questa giornata.
Per concludere, sono subito uscita di casa per destinazione da stabilirsi… con calma mettevo a fuoco immagini, parole e circostanze dubbie appena vissute. Quando sono caduta sul tuo motorino ho avuto un’illuminazione brillante: questa tizia è salita al quarto piano senza citofonare (deduco si sia intrufolata nel portone appena trovato un condomino che lo aprisse per uscire) e ciò significa che era già stata lì… noi non abbiamo targhette sulla porta di casa!
Io non avevo collegato, sono stata anche gentile. Che cretina, mi ha fregato il mio risveglio lento!
Ti scrivo tutto questo perché è colpa mia, ero in meditazione forzata.
Da quello che ho potuto comprendere Giovanni doveva comprare da te –“Walter il parlucchiere”- il motorino in questione. Credo abbia frainteso una serie di cose, mi ha ripetuto parecchie volte “splecchietto lettrico”… non vorrei che per lui fosse la punta di diamante di tutta la vostra trattativa.

Purtroppo non ho pagato il caffè che Giovanni mi ha fatto, sono uscita senza soldi… In una giornata in cui dovrò ricevere scuse ti chiedo ancora scusa, quella con la maglietta rossa con “cane bau sopla” (qualora qualcuno ti chiedesse il mio identikit).

Sara Maria Mastronicola.

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