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2017 | Lettera a un cervello in fuga

Rita Bonfanti

Lettera finalista nella categoria Lettera dal cassetto.

Fano, 25/11/83

Dolcissimo amore mio,
colgo l’occasione di questa pausa da un lungo turno come piantone in camerata per scriverti.
Sono le 4 di mattina e qui dormono tutti.
 In questi momenti di angosciosa solitudine il mio unico pensiero sei tu. Vorrei averti qui vicino, ma non per dividere questi momenti che sono solo miei, per fortuna, ma per starti vicino e riempirti di me, dei miei momenti felici e no, ossia per darti tutto me stesso, anche se in grigioverde.
 A volte mi sembra di correre ancora con la mano nei tuoi capelli, per condurti poco per volta vicino a me, ed abbracciarti, pelle contro pelle, in un posto tranquillo e tutto per noi.
Mi manca la dolcezza dei nostri incontri, ed il possesso l’uno dell’altro nel quale ci perdevamo, e le ore sembravano minuti.
I giorni passano, per fortuna, e l’attesa di una licenza si fa sempre più pressante. Quando potremo di nuovo essere vicini cercherò una volta ancora di dimostrarti quanto ti amo.
Nel frattempo, non sgridarmi se penso queste cose, e se te le scrivo, magari facendoti un poco soffrire.
 La realtà è che non voglio nasconderti niente di me, perché ti amo.

A presto,
tuo 
Roberto

 

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