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2012 | Lettera a un italiano

Paolo Caselli

Lettera vincitrice nella categoria Lettera a tema libero.

Caro Alessandro,

ho deciso di scriverti questa lettera per cercare di esprimerti la mia gratitudine. Ho chiesto a tua madre di non insistere perché tu legga queste parole, ma semplicemente di comunicarti che ti ho scritto. Non so se leggerai mai questa lettera, probabilmente quando tua mamma te la porgerà ti girerai dall’altra parte e fuggirai saltellando per tornare al tuo universo incanto. O forse no. Magari un giorno, quando lei non se lo aspetta, la guarderai fissa negli occhi e le chiederai di darti la lettera, con la tua caratteristica espressione pungente, mai completamente comprensibile, ma sempre toccante. All’inizio non ti capivo; ti osservavo chiuso nella tua corazza di gesti e comportamenti ripetitivi e stereotipati. Non avevo idea di come fare a mettermi in contatto con te, ad instaurare anche solo un semplice rudimento di relazione. Ho cercato di capirti, mi sono sforzato per comprendere quale fosse la chiave per aprire un canale di contatto con la tua delicata emotività. Ma poi finalmente l’ho trovata: la musica. Le melodie che canticchiavi ripetutamente, con un filo di voce, quasi incomprensibili, mi hanno illuminato. Col passare dei giorni sono riuscito ad aprire una piccola breccia nel tuo guscio privato e finalmente ho iniziato ad assaporare le tue espressioni, i tuoi gesti, i tuoi sguardi, che per la prima volta, anche se per pochi minuti, erano rivolti a me. Non so davvero esprimere l’intensità emotiva con cui, in alcuni momenti, la tua cruda spontaneità mi percuoteva.  E non potrò mai dimenticare la naturalezza con cui mi rispondesti quando, mentre ti osservavo che percorrevi il perimetro del banco di scuola con un temperino, ripetutamente, gorgheggiando versetti incomprensibili, ti domandai: “Cosa stai facendo Ale?”. La tua risposta fu secca, decisa. Alzasti lo sguardo verso di me, sempre chino sul banco, ma mai staccando la mano dal tuo temperino magico e dicesti: “Ma come, Paolo, non vedi? Faccio la musica!”. Per te d’altronde è sempre stato tutto incantato. Non sei mai stato “normale”, perché tu sei speciale. Per spostarsi da un posto all’altro i tuoi compagni camminano. Ma perché camminare quando si può saltellare, librando le mani verso il cielo e sussurrando le note della tua felicità? Quante volte mi sono ritrovato a fissarti, meravigliato dalla tua energia, dalla tua armonia, dal tuo distacco. Sono arrivato perfino a mettere in dubbio il senso dell’educazione. Per educarti alla socialità era necessario inibire, seppur in parte, la tua straordinaria libertà d’espressione. Che scempio! Ma d’altra parte anche lasciarti libero di navigare nel mare della solitudine, condannarti alla deriva dell’isolamento sociale, non era certo la via giusta. Ti ho sempre paragonato a pinocchio. Il confronto tra il mondo fiabesco e il tuo magico vivere era pressoché inevitabile. Collodi vide la vita in un pezzo di legno, che divenuto burattino grazie all’arte del buon Geppetto, fu destinato a combattere le sue battaglie al confine tra due mondi: la marionetta e il bambino. Così fai tu. Costantemente attratto da due affascinanti realtà: la tua e la nostra. Sei davvero un bambino straordinario, Alessandro. Io ti ringrazio. Non so davvero come altro esprimere la mia gratitudine per avermi permesso, anche solo un pochino, di conoscere la tua unicità. Mi hai concesso la straordinaria opportunità di essere parte del tuo mondo; un mondo piccolo, delicato, fragile, ma custode di un’energia immensa, purtroppo non sempre comprensibile né tantomeno afferrabile. Spero che tu possa continuare a cavalcare il sottile confine tra realtà e fantasia con l’invidiabile naturalezza e spontaneità che hai sempre esibito. Darti consigli sarebbe inutile, tanto tu continueresti, scioccamente o saggiamente ad ascoltare il tuo cuore. Ma è giusto così! Anche perché se è vero che noi spesso non ti comprendiamo, sono certo che tu, in molte occasioni, ci hai capito benissimo. Ancora, un semplice e sentito grazie!

Con affetto, il tuo per sempre riconoscente amico,

Paolo

 

 

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