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2017 | Lettera a un cervello in fuga

Paola Zubani

Lettera finalista nella categoria Lettera a tema libero.

Fabio, sono un po’ arrabbiata con te: Isabel è nata da un mese ed ha conosciuto solo uno zio su due. Non so bene come farò quando dovrò raccontarle il perché. Dovrei spiegarle che le persone se ne vanno perché la morte le accompagna via e che qualcuno ha più fretta degli altri, ma il fatto è che il motivo non l’ho capito bene nemmeno io. Dovrò anche spiegarle perché la sua mamma ora è una persona diversa da quella che avrebbe conosciuto sette anni fa. (Sette anni sono un bel po’ di tempo…È curioso come, pensando alla tua assenza, mi sembra non ne sia passato neanche uno: fa male esattamente come il primo giorno). La morte che ti passa così vicino ti cambia inevitabilmente. Io, per esempio, sono diventata molto più sfrontata: sono giunta alla determinazione che non vale la pena farsi scrupoli e aver paura di far brutte figure e ho cominciato a dire molto più di prima quello che penso, soprattutto in positivo. Il che, a volte, mi fa sembrare terribilmente sentimentale: non mi riconosceresti, me ne vergogno un po’. Eppure, sono convinta che le persone a cui ho detto un “ti voglio bene”, ma anche solo un “ti ammiro”, in più ne siano state felici. 1 a 0 per te. Ho anche cambiato gusti musicali, letterari e cinematografici: ho deciso che di violenza e gente arrabbiata ce n’è abbastanza nel quotidiano senza andare a cercare anche quella riprodotta. E così, per grande sfortuna e con parziale disappunto di Riz, che non conosci ma che ti sarebbe piaciuto, sono diventata parecchio selettiva.Mi dispiace un po’ non esserti mai venuta a trovare, se non all’inizio per far contente la mamma e la nonna, ma sai benissimo che non penso affatto tu sia lì.La verità è che sei in ogni evento rilevante che ci capita, in ogni singolo giorno di festa. Sei negli scatoloni pieni delle tue cose che nessuno ha ancora avuto il coraggio di mettere (o buttare) via. Sei in ogni stanza di casa e in un sacco di posti dove sei o saresti stato. Sei nelle candeline ikea che mi hai regalato per il mio compleanno una settimana prima di andar via. Sei in quel disgraziato del tuo gatto che ha attentato più volte ai miei occhi e a quelli di Fra e che è diventato un coccolone incredibile con la mamma. Neanche lo sapesse che ci ricorda te. Sei indubbiamente nella mia tesi di laurea, che hai fatto anche slittare di una sessione (ma ti perdono) e sei nella mia poesia preferita. Sei in un sacco di scelte che faccio ogni giorno pensando al mondo che vorrei lasciare ai miei figli (perché, come è ovvio, per Isabel sogno almeno un fratellino). E quando scrivo “un sacco” intendo dalla scelta della banca a quella delle uova. Sei persino nella mia playlist di Spotify, non puoi nemmeno immaginare in quante canzoni.Insomma, un giorno dovrò spiegare a Isabel tutto questo. Dovrò dirle anche che ci sono cuori che non sono stati sufficientemente protetti dalle corazze che ti costruisce intorno la vita, e allora bastano poche schegge per scalfirli, e ad un certo punto sono talmente feriti, anche se fuori c’è un involucro e tu non te ne accorgi, che si spengono da soli. E lasciano dietro di sé un sacco di ricordi, di affetto inespresso e di dolorosissime assenze. Potrò però raccontarle che, forse, nel mio caso hanno lasciato anche una persona migliore. Un abbraccio

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