2016 | Lettera a un artista
Moira Segato
Lettera finalista nella categoria Lettera a tema libero.
Cara Amica mia, fuori piove.
Quest’estate non vuole prendere quota e dalla finestra di questa stanza ti guardo dall’alto mentre accogli tutta quest’acqua impassibile, senza spaventarti, difendendoti come se io fossi dentro di te ad aspettare che qualcosa fuori si plachi. Nonostante la sabbia, le foglie e i piccoli pezzi di carta che volano in balia di quest’aria fredda, il tuo blu, io lo vedo, non teme neanche per un attimo il colore cupo di queste nuvole che ti corrono sopra mentre l’acqua ti bagna da ogni dove, risparmiandoti ben poco. Avresti, lo sappiamo bene un luogo dove riposare, ma perdona il mio egoismo se ti preferisco ‘a portata di mano’. La tua ‘casa’ sarebbe comunque vicino alla legnaia; una sorta di ricovero per attrezzi agricoli, costruito anni fa da mio nonno. Il tuo posto è quello; per anni ci ha dormito un vecchio trattore e si è deposto la paglia per i conigli ed il pollame. Meriteresti molto di più, un luogo più pulito, asciutto… ma non ti è riservato. Io e te in questa famiglia siamo sempre state ‘diverse’, lontane da tutto il resto. Te lo ricordi, vero? Ci siamo conosciute ben 11 anni fa ed io ti ho scelta per un unico motivo: le tue ammaccature. Ho rivisto me in te. Uno specchio. Avrei potuto farti sistemare un pochino, ma non avrebbe avuto senso. Mi sei piaciuta così. Un po’ storta io… un po’ storta tu. I minuti passano attraverso le righe di questa lettera. Ti ho appena riguardata; la pioggia ora cade finalmente con meno forza, sembra essere diventata più buona. Non è più necessario che tu ti difenda. Perché questa lettera, ti chiederai. Semplice, perché sei un pezzo di me, della mia storia, dei miei piccoli viaggi, delle mie attese, delle mie speranze, delle mie parole, dei miei segreti ed io ti scrivo per dirti ‘grazie’. Lo so te lo dico ripetutamente, ma non te l’ho mai scritto e oggi sotto la pioggia di questa strana estate te lo devo. Da dove cominciare con questo ‘grazie’… iniziamo pure dal concetto più alto: dalla Vita. Sì, dalla vita che mi riporti a casa ogni volta che usciamo. Lo sappiamo entrambe che non è mai un ritorno scontato. Non posso negare che qualche mia distrazione si sarebbe potuta trasformare in qualcos’altro, ma il tuo blu è sempre riuscito eroicamente a difendere il mio. Mi hai sempre ‘riparata’ come un genitore fa con il proprio figlio, offrendomi la tua sicurezza. Non neghiamolo: nessuno conterebbe su di te, ma non preoccuparti, lo sai bene che per me vali tutto; lasciamo pure gli altri alle loro idee, non ne abbiamo bisogno io e te perché ci sosteniamo a vicenda… un po’ come dovrebbero fare le persone. Dovrei passare giorni interi per ricordare tutti i momenti in tua compagnia. Conosco di te ogni centimetro quadrato, ogni sfumatura di colore. Dentro il tuo spazio la mia casa, il rifugio che si offre sempre con la porta aperta. Sono io a chiuderla per poi far girare una chiave e partire, raggiungere luoghi sempre vissuti nella mia mente assaporandone un profumo diverso. Le nostre ‘perfette imperfezioni’ rendono il nostro legame speciale, la nostra immaginaria amicizia insostituibile. Sei il mio punto di riferimento a quattro ruote. Quante volte ho avuto la fortuna di potermi aggrappare a te. In diverse occasioni il tuo volante è diventato il mio cuscino. Quando serve lo afferro con le mani e piegando la schiena leggermente in avanti ci adagio il capo. Tu lo sorreggi. Io chiudo gli occhi. Delle volte capita pure che, stanca, io possa piangere. Tu sei la mia casa portatile, l’unico posto dove ogni barriera cade e ogni verità affiora. E poi quando passa ripartiamo, senza preoccuparmi di asciugarmi le lacrime. So che con te lo posso fare. Tu mi accogli sempre e comunque. Non ti stanchi mai. Si riparte sempre. Mi offri il tuo coraggio e io sento in quel momento che non vorrei nessun altro al mio fianco. Siamo una sorta di Telma e Louise. Sei la fedele custode di tanti piccoli e grandi segreti che solo tu puoi conoscere. E così una sera diventi l’amica che attende ad un parcheggio curiosa di sapere come è andata la serata con lui, pronta ad ascoltarmi anche se non occorrerà mai che io pronunci parola per capire se finalmente lui ha deciso di lasciarsi amare ed amare. In un’altra invece accogli la mia confusione quando scopro che il figlio che ho sempre voluto fino a qualche tempo fa ora appartiene ad un mondo dove il giusto e lo sbagliato si fondono annullandosi reciprocamente. E ci sei sempre tu quando il mio cuore è sereno e dal cruscotto cerco le stelle più belle in cielo. Trovo poi il tuo colore quando voglio fuggire dalle delusioni, dalle parole sbagliate di mio padre. Grazie a te riprendo ogni volta a respirare; fingo che allontanandomi per qualche ora in tua compagnia anche il dolore più grande possa rimanere a terra e non ripartire con me. ‘Grazie’ Puntino per non perderti mai come invece io sono solita fare nella vita. Ormai non ho dubbi: qualcuno deve aver fatto un esperimento il giorno in cui sei nata e oltre a bulloni, cavi e lamiere di nascosto deve aver collocato dentro di te un cuore e due occhi. Sono una donna di 44 anni che ha la fortuna di avere un’amica immaginaria in una vecchia auto. Domani spero che il tempo sia migliore, vorrei che assaporassi un cielo diverso. Nel frattempo io ti ringrazio ancora una volta per aspettarmi sempre… per aiutarmi a navigare lungo le strade di questo vasto mare.
