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2015 | Lettera di pancia

Miriam Donati

Lettera finalista nella categoria Lettera di pancia.

Caro Giorgio,
ti allego i documenti firmati che servono per procedere con le pratiche per la separazione.
Ormai da tempo abbiamo raggiunto un accordo da persone civili che si rispettavano e, forse, si rispetteranno. Uso il forse perché abbiamo saputo essere molto incivili in questi mesi.
La nostra storia è stata banale e ordinaria: un uomo qualunque di mezz’età che lascia improvvisamente una moglie qualunque perché infatuato di una qualunque donna giovane che ha risvegliato i suoi sensi, quasi un antidoto contro la morte.
La moglie, realistica e pragmatica, che sa di essere invecchiata e di non essere più quella di una volta, è consapevole che la passione non c’è più ma conta sull’affetto, la tenerezza, la complicità e persino la vicinanza fisica anche se confinata agli abbracci a letto.
Evidentemente due visioni contrapposte e inconciliabili.
Quello che mi ha causato più male sono state le tue bugie perché mi hanno fatto perdere la stima che avevo di te, con esse hai mostrato la tua pochezza. La tua sicurezza nel pensare che tu non avessi colpe, anzi fossi tanto premuroso nel voler risparmiare i sentimenti della tua stagionata compagna della quale benconoscevi i limiti, è stata oltraggiosa. E i miei limiti erano il tuo alibi che ti permetteva di essere generoso verso la scema che ti amava nonostante la pancetta, la calvizie, l’abnorme proliferazione di peli nel naso e rituali pedanti e abitudinari messi in campo ogni giorno, più volte al giorno. La stessa illusa che continuava a vederti e a vedersi come il giorno del primo incontro.
Ora ho capito che le bugie eclatanti, quelle spudorate che non hanno bisogno di essere perfette, non dipendono tanto dall’abilità di chi le pronuncia quanto dalle aspettative e dai desideri di chi le ascolta. E se questo è un limite, lo riconosco l’ho avuto.
Ho vissuto un crollo nervoso, un vero proprio tracollo, ma piano piano l’ho superato e sai come?
Grazi alle risorse che non pensavo di avere e che ho tirato fuori quasi inconsapevolmente, sulla spinta della rabbia e del risentimento. Poi mi sono resa conto che stavo sbagliando. Non abbiamo alcun potere sugli eventi e quindi ho accettato il tuo tradimento come una variante nel corso della mia vita, ne ho preso atto per ricominciare e ristabilire un percorso alternativo.
Ti penso spesso, non posso fare a meno di riflettere sulla lunga unione e condivisione di esperienze, gioie, dolori e progetti, ma ora alla collera sono subentrate l’ironia e la malinconia per quello che ti sei perso e non riavrai mai più, perché io ho ancora molto da dare.
Hai cancellato il film che mi ero fatta di come sarebbe stata la nostra vecchiaia insieme e io ne ho creato un altro in cui vedo il mio futuro trascorrere sereno con le amiche, la lettura e tutti li interessi che coltivo divertendomi e –mai dire mai- anche con la possibilità di nuovi incontri con probabili corteggiatori.
Oggi posso dire senza rancore e, addirittura con gioia, che sono serena, contenta.
Ringrazio la sorte per avermi permesso di scampare alla parte, che non mi sarebbe stata assolutamente congeniale ma che avrei ricoperto per amore, di badante-infermiera, destino molto probabile sia perché tu hai già qualche acciacco e sei indiscutibilmente più vecchio di me, sia per la più favorevole aspettativa di vita delle donne.
Ringrazia da parte mie Pausa di Riflessione e porgile tanti auguri per il suo futuro (lo dico per solidarietà femminile): la luna di miele è sempre troppo breve!
Carla

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