2013 | Lettera di scuse
Michele Mascaretti
Lettera finalista nella categoria Lettera 313.
Cari amici,
vorrei tanto che potessimo vivere tutti insieme, collaborando tra noi e rispettando le leggi, ma non sempre si riesce. Vorrei raccontarvi la mia esperienza.
Io vivo a Milano, precisamente ne quartiere di Cimiano. Cimiano ha i suoi pregi e i suoi difetti; i pregi sono quelli di avere la metropolitana, la scuola e soprattutto un parco chiamato Parco Lambro dove vado molto volentieri a giocare e a passare dei week-end con gli amici.
Cimiano ha anche un po’ di difetti tra i quali spicca quello dei molti stranieri che non riescono a integrarsi. Io molte volte al lunedì pomeriggio vado in oratorio e non c’è un italiano!!! Da un lato penso che sia giusto che gli stranieri giochino in oratorio, però non mi sta bene che io cittadino italiano non possa giocare a calcio perché ci sono altri che sputano durante il gioco.
Cimiano e tutte le sue altre frazioni di periferia stanno diventando sempre più straniere; ad esempio c’è una via che si chiama via Padova in cui abitano pochi italiani!
Io a Milano mi sento straniero. Io se fossi in comune prenderei dei provvedimenti seri, ad esempio quello di rimandare in patria gli stranieri che non sono in regola e quelli che rubano. L’Italia non è un paese dove lo straniero può venire senza rispettare le leggi; non si può rubare o ammazzare o fare le risse.
Poi una cosa che non capisco è questa: un mio amico mi ha raccontato che nella sua classe non ci sono crocefissi perché ci sono gli stranieri! È da pazzi questa cosa! Invece poi ci sono degli stranieri bravi che lavorano e che anch’io conosco e sono molto simpatici. Ad esempio io vado a prendere la pizza nel ristorante “San Benedetto” e lì sono tutti egiziani, ma fanno la pizza più buona del mondo. Quindi mi sembra giusto che tra culture diverse ci si rispetti a vicenda e non ci si deve insultare. La cosa più triste che mi capita di sentire sono i cori razzisti, proprio mi rattristo dentro e spero che quelli che li fanno siano presi in giro così capiscono cosa vuol dire. Io quando gioco a calcio e ci sono degli stranieri nell’altra squadra li rispetto. A me va bene vivere insieme anche tra culture diverse, basta che ci sia un rispetto reciproco tra culture e persone.
Michele Mascaretti
