Connect with us

2016 | Lettera a un artista

Michela Rossi

Lettera vincitrice nella categoria Lettera dal cassetto.

Casanova 28/6/92

Cara Michela, dunque, come inizio dovrebbe essere ammodo, cioè standard: tutte le lettere iniziano e/o, pare, dovrebbero iniziare con Caro… segue il nome del destinatario. E poi? Ah sì! Come stai? (Oppure: come va? Più originale ed amichevole). Segue l’informazione dello stato di salute del mittente: io bene. Fine del cliché.

E adesso? È qui che viene il bello! Io volevo proprio scriverti, cioè lo sto facendo perché voglio farlo, e non perché, forse, non saprei a chi altri scrivere (perché c’è gente a cui posso ancora scrivere), ma perché è proprio a te che volevo scrivere: è un po’ che mi dico: “Una lettera a Michela gliela voglio proprio mandare: è troppo dieci!”. E allora? Dirai te. Eh, allora non so proprio che cosa scrivere, è questo il punto. (Se conterai quante volte, con questa, ripeto la parola “scrivere” vedrai che sono tante, beh, l’ho fatto a posta!).

Odio la gente che mette i punti esclamativi e sottolinea le frasi sulle lettere.

Dicevo che non so cosa dirti, è perché sono in quello stato confusionario, sull’andante autistico rilassato schizzato, tipico del momento bello brutto, dello sto bene ma mica tanto anzi no ma potrebbe andare peggio che meglio di così non si può ma certamente meglio lo sono stato. Un pochino mi manchi. Uff! È stata dura, lo ammetto, ma quello che è scritto è scritto, e non si cancella se no, poi, non ci si fa più a riscriverlo. Con questo non vorrei che tu fraintendessi, cioè: mi mancano un casino di cose: per esempio i soldi, una macchina, una nave da diporto, un aeroplano, i capelli, ecc…; però, intanto non posso mica scrivere ai capelli, che mi mancano; oppure a un aeroplano, eppoi, fondamentalmente m’importa una sega di quanto sopra (tranne dei vaini, naturalmente). Invece a te posso scrivere; fra l’altro sai leggere sicché torna tutto proprio bene.

Ti volevo dire che mi piacerebbe proprio un casino che tu venissi qui a trovarmi, ma questo te l’ho già detto per telefono due o tremila volte e te l’ho già fatto capire in cinque o seimila modi, ma se c’hai da studia’ e sei laureanda non ci si può mica far nulla. Poi magari, dopo, diventi una libera professionista e fai i soldi: tu soldi io sposo. Sicché studia che è meglio. Comunque io sono qui e se un giorno, magari due, c’hai un ritaglino di tempo, qui c’è chi ti aspetta (e ci sono un sacco di cose belle e si gioca un sacco, che se porti pure il cavallino è il massimo). Ti vorrei scrivere delle cose più serie, ma m’è presa così ed ora per dare un taglio diverso alla lettera, credo che la dovrei fare a pezzettini (anche tagliarla, magari, ma con le forbici) e riiniziarla da capo e non mi fa’ voglia. Però alcune cose è meglio che te le dica.

Vorrei che quando ci rivediamo, non si parlasse più (neanche un minimo accenno) di Anna o di Marco. Questo perché l’argomento non m’interessa o, meglio, è lontano. Quando ne sento parlare si riavvicina; io voglio allontanarlo totalmente. Ciò che fanno insieme, o che Anna fa non è affar mio. Dovesse lei farsi le pere o andare a letto con tutta Pisa o con 2,5,10 persone insieme, o farsi 2 o tremila LSD o aspettare una coppia di gemelli non m’importa un fico. Sarebbe per me molto più piacevole sentirti leggere ad alta voce la tesi, anche se non ci capirei nulla. Meglio se si parlasse di ciò che ci interessa e che ci piace o ci diverte. Gli argomenti non ci mancano e non ci sono mai mancati.

Di un’altra cosa importante, vorrei parlarti: di un bacio.
Fra te e me c’è stato quel bacio che è stato, per me, una cosa strana: tutti i baci (i primi baci) che ho dato ad una tipa in 27 anni, li avevo scelti io: momento, luogo e, soprattutto, il significato da dargli. Ora questo bacio credo più che me lo abbia dato te ed io me lo sono preso e te lo avrei anche dato un altro più che volentieri se il treno non fosse partito. Ciò in me ha suscitato una reazione: ha allontanato da me molto di più il pensiero di Anna: anzi l’ha fatto sparire quasi completamente. Per il resto, non so come tu lo possa aver visto, ma io credo che non sia importante pensare se questo cambierà le cose per quanto riguarda il nostro rapporto. Se dovessimo riavvicinarci con un bacio vorrà dire che lo vorremo entrambi altrimenti tutto sarà comunque come fra noi è sempre stato. Io ti ho sempre considerato la mia migliore amica e questo è la cosa, per me, più importante. Ho sempre ritenuto di poterti dire tutto di me e non ho mai avuto paura a dirti cose anche spiacevoli in alcuni momenti. Così è stato, è e, spero, sempre sarà.

Ti voglio bene Paolo

PS: C’è una cosina per te (che ho fatto pensandoti) che ti aspetta qua. Un bacio grosso grosso

Continue Reading

LEGGI LE LETTERE