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2012 | Lettera a un italiano

Martino Marangon

Lettera vincitrice nella categoria Lettera dal cassetto.

Cosenza, 30 maggio 1870

Amatissima Piti, ritirai dalla posta la tua carissima letterina. Le tue dolcissime espressioni d’affetto mi fecero assai bene e te ne ringrazio. Scrissi a zio Vincenzo una lunga lettera nello scopo da te indicatomi, spero che questa farà buona impressione in quell’animo primitivo.

Lontano d’Ancona mi trovo bene e tu sai il perché. Qui il camorrismo è visibilissimo, conosciuto da tutti, da tutti ammesso. L’amico Caimi è gentilissimo oltre ogni dire, che mi fece restare a pranzo e studia di essermi utile. Fui oggi stesso presentato al sig. Prefetto Miani che m’accolse benissimo.

L’aria sarà cattiva nei mesi futuri, ma per ora io non mi accorgo; posso dirti invece che mi sento meglio di quanto m’immaginavo e di quanto stavo in Ancona. Gli alberghi sono orribili, ebbi un letto abitato da cimici ed al solito un compagno in camera. Si deve mangiare quanto piace a loro di dare e star zitti. Le nostre casse giungeranno a Cosenza domani in buon stato e con l’aiuto di Caimi troverò qualche camera, onde collocarvi il mio letto e dormire nelle mie coltri.

L’ing. Capo sig. Blois napoletano non è in Cosenza, essendosi assentato per tre giorni per affari lo vedrò domani, e tutti mi assicurano che è un’ottima persona sotto ogni riguardo. Trovai all’ufficio il sig. ing. Cerioli bresciano, che mi fece buonissima accoglienza. A quanto sembrami non devo star male.

Cosenza è discretamente sporca, il viaggio da Paola fu noiosissimo, quello da Napoli col vapore fu buonissimo, perché il mare fu tranquillo e perché il piroscafo Alessandro Volta era ottimo. Le spese però finiscono mai e vedrò domani come venne regolata la mia partita finanziaria.

Per oggi ti bastino queste due linee congiunte all’assicurazione dell’amor mio grandissimo. Studierò il paese, ma credo che a te converrà di prendere la linea di Taranto, giacchè oggi venne pubblicato l’avviso che appalta l’esercizio di una corriera fra Cosenza e Corigliano prima stazione. Già da Paola a Cosenza si devono impiegare eguali ore 12. Vi è l’incostanza del mare che non è piccola, vi è il dubbio che sia possibile trovar carrozze e vi è l’impossibilità di passare una notte in quel nido di avidi ladroni. Sono studi preliminari che faccio sulla tua venuta a Cosenza.

Addio mia cara, tienti guardata dalle inquietudini, assicurati che io desidero conservarmi alla tua affezione. Bacia la nostra cara Teresina e credimi fra mille abbracci.

Il tuo affezionatissimo

Carlo D.

 

 

 

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