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2013 | Lettera di scuse

Maria Cristina Pisanelli

Lettera finalista nella categoria Lettera a tema libero.

Cara amica,
che vuoi festeggiare il mio compleanno a distanza di così pochi giorni da quando hai saputo…
Mi spiace averti detto, non appena mi hai dato la notizia, che non mi sembrava una buona idea ritrovarsi per “celebrare” serenamente, ovvero con quell’ilarità che caratterizza gli incontri tra noi tutte: mi sembrava di mancarti di rispetto.
Nei primi istanti della telefonata ho cercato di rimanere concentrata mentre immaginavo la forza che ti sarà servita per parlarne; sicuramente esternare è condividere le proprie paure, ma mi chiedo se la ripetizione potesse farti davvero, ogni volta, meno male.
Temevo in realtà che il velo di tristezza che mi ha avvolto mentre parlavamo attraverso quel microfono, di persona sarebbe stato insopportabile e cercavo di tenere a bada quel senso di angoscia che si è impossessato di me mentre provavo a capire, in realtà, come ti fossi sentita Tu.
Probabile che per una sorta di empatia, si cerchi come essere altruisticamente di aiuto ed egoisticamente, di non risultare inutili.
Ascoltavo e per un lungo momento non ti ho riconosciuto; così spavalda, con parole gelide pronunciate velocemente come se mi stessi leggendo il referto medico di qualcun’altra; magari quello è stato il modo di prendere le distanze da “quella cosa” che di lì a breve avrebbe segnato il tuo percorso di vita.
Ho riflettuto tutta la notte passando alla moviola ogni termine che hai usato, quasi potesse assumere un significato meno negativo in un contesto diverso, nel silenzio della mia stanza. Fissavo il riflesso dell’abat-jour sul soffitto alla ricerca della giusta chiave di lettura.
Cara amica, ci diciamo che non c’è un momento propizio per affrontare il male, ma da tempo la tua felicità è stata così altalenante che non posso far altro che darti ragione: piove sempre sul bagnato…
Nell’attesa di guardarci negli occhi, i miei ti vedono mentre ti osserverai allo specchio senza una parte della tua femminilità, demolita come la tua anima.
Nel discorrere, cerchiamo di farci venire un sorriso sulle labbra ironizzando sul fatto che dopo tutto, e sarà veramente dopo tutto, avrai gli attributi fisici di una pin up, perché noi dobbiamo essere positive!
Sarò certamente lì a ricordarti del profumo di caffè nelle nostre chiacchierate, tra le risate e le confidenze, il dolce e l’amaro che abbiamo condiviso.
Questa volta ti supporterò aspettando che il seme malato faccia crescere un bel fiore dal fango.

E quel fiore sei TU.

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