2017 | Lettera a un cervello in fuga
Luca Piana
Lettera finalista nella categoria Lettera a un cervello in fuga.
Istituto Superiore Galilei
Caro Chiari,con la presente sono lieto di invitarLa alla cerimonia di consegna degli attestati che si terrà sabato 7 ottobre, a partire dalle ore 9.30, presso l’Aula Magna del Nostro Istituto. Mi pregio di inviare questa comunicazione a tutte le famiglie ed al personale docente coinvolto durante il quinquennio. Sono passati tre mesi dalla maturità, ognuno di voi ha intrapreso strade differenti nel mondo del lavoro e dell’Università, quindi confido che questo evento possa rappresentare un punto di incontro fra tutti coloro che hanno affrontato insieme questo percorso didattico.Anche Lei, caro Chiari. Anche Lei. Mi farebbe tanto piacere rivederLa, stavolta in veste formale. Per carità, conosco bene gli oneri che comporta un viaggio da Londra a Milano. In termini economici e di tempo. Ma, in questa visita di cortesia sono previsti anche gli onori, rappresentati dall’opportunità di confrontarsi ad armi pari con “colui che Le ha rovinato il futuro”, secondo una sua citazione datata che ricorderà bene. Una roba mica da poco. Auspico, quindi, che questa proposta di grande valore umano, possa essere gradita e accolta. Magari di fronte ad una tazza di thè, da sorseggiare nel tardo pomeriggio, se questo potrà farLa sentire più a suo agio. Non più da dirigente scolastico a studente, ma da uomo a uomo. Da maturo, con tanti rimpianti e qualche capello bianco in testa a… ragioniere e perito commerciale fresco di maturità! C’è di che festeggiare. È da un po’ di tempo che non ci vediamo. Forse, detto bonariamente, la colpa è sua. Perché io, per obblighi istituzionali, trascorro buona parte del tempo chiuso a doppia mandata nello stanzino posto lungo il corridoio. Al primo piano. Sono certo che non l’ha dimenticato. Anche se, nei mesi cruciali per l’ammissione all’esame di Stato, ha cambiato registro, evitando di farsi mandare da queste parti in punizione. E persino le comunicazioni con la sua famiglia, in assenza di debiti, si sono azzerate. Credo che Lei, la maturità, l’abbia acquisita in quel momento, prima ancora di sedersi di fronte alla commissione. Le faccio i miei complimenti, in colpevole ritardo. Non ne abbia a male. In fondo abbiamo sempre parlato due lingue diverse. Solo in privato, dandoci del tu, siamo riusciti a combinare qualcosa di buono. D’ora in avanti potremo interloquire così anche in pubblico.Patti Chiari, caro Nicolas! La nostra amicizia resterà lunga anche oltreconfine. Sono certo che riusciremo a scacciare la malinconia con carta, penna e inchiostro, fino ad accorciare le distanze. Aprendo liberamente il cuore e la mente, fino a trovare le risposte che ti sono state negate. Quelle che la mia generazione sta ancora cercando, invano. Il tempo corre, non è mai stato clemente con noi ma, rileggendo il tuo tema svolto durante la prova d’esame, ho capito che non ti saresti fermato, accontentandoti di rimanere nell’ovile, ma che avresti cercato di spiccare il volo, in cerca di aria pura. Aria di libertà. Senza boccheggiare tra falsi miti e promesse, ormai entrati nel tuo vocabolario personale insieme a instabilità, incertezza, crisi e precariato. Ed io, questo, da genitore, non lo posso accettare. Non così presto. Pensa che ho anche lasciato il posto in consiglio comunale. Da un po’ di tempo a questa parte i temi all’ordine del giorno non combaciano più con le mie priorità. Né con quelle dei vicini, colleghi, conoscenti. Amici. Figli. È pazzesco pensare che un docente di diritto possa stufarsi della politica. Ma così è stato. Per il terzo anno consecutivo sono un insegnante a scadenza. Dal Ministero mi hanno promesso che questo sarà l’ultimo da trascorrere in cattedra, prima di poter fare il dirigente scolastico a tempo pieno. Magari, allora, mi tornerà anche la passione per la vita sociale del Paese. Vorrei avere ancora la tua energia per provare a cambiare le cose qui, in Italia. La terra natia dove, fino a qualche tempo fa, si credeva ancora in qualcosa. Non era importante quale fosse l’ideale, quanto lottare per esso. Serviva soprattutto a sentirsi vivi e non condannati alla rassegnazione eterna, in una battaglia continua per salvaguardare la mediocrità. So che sei entrato fin da subito a far parte di un movimento attivo, promotore di svariati tavoli tecnici, sul futuro della Gran Bretagna. Non voglio neanche sapere se questa fazione è pro o contro la Brexit. Ma stai pur certo che, semmai qualcuno proverà a chiudere ogni spiraglio ai giovani e instancabili talenti come te, qui troverai sempre due porte aperte. Quella del mio ufficio. E quella di casa.
Il dirigente scolastico Filippo Chiari. Papà
