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2014 | Lettera a un sogno

Giulia Logrippo

Lettera finalista nella categoria Lettera under 14.

Caro Babbo Natale,

ti mando questa lettera per chiederti se quello che mi è successo è solo un sogno, o è reale.
 La notte della vigilia, ero così emozionata che non riuscivo a dormire.
 A un certo punto, ho sentito un rumore al piano di sotto; così, incuriosita, mi sono alzata e sono andata a vedere. Sono arrivata e, con gli occhi spalancati, guardavo uno strano signore con la giacca rossa, la cintura nera, e un bel paio di scarponi pesanti. Aveva una lunga barba bianca, e stava tirando fuori dal suo grosso sacco dei pacchetti infiocchettati.
 Non ho avuto dubbi: eri tu, in carne e ossa, proprio nel salotto di casa mia!
 Poi ti ho visto raccogliere da terra un canovaccio tutto bagnato, e ti ho sentito singhiozzare; mi sono avvicinata, e ti ho chiesto perché stavi piangendo. Mi hai raccontato, allora, che mentre stavi volando con la tua slitta, il sacco dei doni si era aperto, lasciando cadere parecchi regali. E che non sapevi come recuperarli, visto che non ti è concesso scendere dalla slitta in pieno centro, col rischio di farti vedere da qualcuno e spezzare così la magia del Natale. Ma io avevo una soluzione. Ti ho proposto di accompagnarmi con la slitta fino al luogo dove avevi perso i doni: una volta lì, avrei pensato io a ritrovare i pacchetti smarriti. Mi hai sorriso, e hai accettato volentieri. Così, trainati dalle renne, siamo volati fino alla piazza del centro; mi hai fatto scendere e ti sei nascosto dietro il campanile della chiesa. Io mi sono data da fare, e in poco tempo ho raccolto tutto ciò che era caduto. Come premio per il mio aiuto, mi hai fatto fare un bel giro sulla tua slitta; poi mi hai riaccompagnata a casa. Qui ci siamo salutati: io con un po’di tristezza, perché non avrei voluto lasciarti; tu, invece, con allegria e riconoscenza. Sono corsa subito ad affacciarmi alla finestra della mia camera, e sono riuscita a intravedere per un attimo la tua slitta, mentre le renne galoppavano veloci verso la luna. Mi è sembrato anche di sentirti urlare: «Buon Natale… Oh! Oh! Oh!». Ho provato tanta gioia: un po’ perché il momento di aprire i regali si stava avvicinando; ma soprattutto perché, quella notte, io avevo già ricevuto il dono più bello.
E tu, ti ricordi del nostro incontro? A volte dubito di averlo solo sognato.
Ma proprio oggi, sotto il mio letto, ho ritrovato quel vecchio canovaccio… che la notte della vigilia ti è servito da fazzoletto! Allora era tutto vero? Mi piace pensare di sì. E anche che forse, un giorno, tornerai a trovarmi. Ora ti saluto, ma ricorda che ti aspetto!

Con affetto, Giulia.

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