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2018 | Lettera a chi ha cambiato la mia storia

Giovanni Deuscit

Lettera finalista nella categoria Lettera dal carcere.

Dovunque voi siate, se l’incontrate, se la scorgete, ditele che mi manca. Che è difficile sopportare solo un attimo della sua assenza. Non vi soffermate a parlare con lei: ve ne innamorereste.
Lei mi manca, come la pioggia in un deserto di sole, come il sole, in un cielo di nuvole nere. Parlatele e siate gentili con lei. Evitate la volgarità. Evitate i doppi sensi. Ma parlatele e indicatele la strada per il luogo dal quale sto scrivendo. E se il tempo ve lo concede ditele pure che la sua libertà è la mia felicità. Non obbligatela a raggiungermi, non insistete.

E se qualcuno di quelli che l’incontrerà è mio amico racchiuda in un cofanetto un raggio del suo sorriso e corra da me. Porti anche una sfumatura dei suoi movimenti, la cipria delle sue parole e il velluto dei suoi silenzi, ma sia attento a non turbare la sua libertà.
Che possa correre dove vuole, che possa soffermarsi con chi vuole, che possa amare chi vuole. Il mio desiderio non deve essere la sua prigione. Ditele che mi sforzo di non pensarla, ma i ricordi superano le mie forze. Ditele che la gelosia è un gigantesco cielo che corre in un’aiuola di viole. Portatele il silenzio della mia attesa, l’orgoglio mio per la sua libertà.

La mia attesa non è imposizione. Raccontatele dei miei primi pensieri, delle paure che mi assalgono nelle notti vogheresi. Con il nulla alle calcagna, tra ferro e cemento, delle illusioni fatte di inchiostro non ancora usato. Ditele che sto invecchiando, che la mia chioma si sfilaccia, che la giovinezza sfuma nonostante la nitidezza le appartiene ancora.

Ditele come rifarei tutto ciò che ho fatto; che se la incontrassi, le mie mani e il mio pensiero navigherebbero alla scoperta del suo corpo, che ha il sapore della sua anima. Che vorrei scoprirmi nell’intimità delle sue ore buie. Che vorrei addormentarmi tra i suoi seni, tra le sue gambe, tra le sue braccia, tra i suoi capelli, nelle sue fantasie, nella sua intelligenza.

Ditele che si addormentasse nelle mie speranze che ogni giorno mi portano da lei. Ditele pure che sogno troppo da sveglio. E adesso che il sonno mi prende, la sognerò fino al mattino.
Ditele tutto e non trascurate nulla.

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