2017 | Lettera a un cervello in fuga
Giorgio Ros
Lettera finalista nella categoria Lettera under 14.
Caro cervello in fuga,
oggi voglio darti un consiglio ed esprimerti la mia opinione.
Io ho scoperto della fuga di cervelli a 9 anni, e ancora non avevo ben chiara l’idea per cui un “genio” dovesse andare all’estero e non rimanere nel proprio paese di origine. Poi rendendomi maggiormente conto della situazione lavorativa in Italia, rimanere qui vorrebbe dire quasi completamente le possibilità di essere assunti in un impiego. Qui in Italia come dice mio nonno: “Ci vuole una laurea pure per pulire un gabinetto.” E ha ragione. Nei colloqui lavorativi vengono chiesti diploma, laurea ma soprattutto l’esperienza lavorativa, sulla quale ho un ragionamento: se non si vien assunti per mancanza di esperienza, come fai ad avere esperienza se nessuno ti assume? In Italia il lavoro già è poco se poi ci mettiamo anche questo, farsi assumere diviene impossibile. Noi italiani abbiamo avuto un passato difficile, ma ricco di uomini e donne che hanno fatto la storia, quindi tu potrai anche andare all’estero, ma non proverai quel senso di patriottismo italiano che ha combattuto per sviluppare lavoro e per costruire la Storia della nostra nazione, perciò ti consiglio di sforzarti perché so che c’è un’occasione per realizzarti anche qui in Italia.
Grazie per aver letto la mia lettera, scrivi presto,
saluti da Giorgio Ros
