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2013 | Lettera di scuse

Giorgia Sorice

Lettera finalista nella categoria Lettera 313.

Caro ignoto lettore,
viviamo in un mondo dove esistono molte discriminazioni verso tutti e per vari motivi. Si parte da motivi etnico-religiosi e si finisce col parlare di omosessualità.
Forse molti trovano difficile accettare chi arriva da altri paesi per paura. Si creano pregiudizi che si propagano molto velocemente, che diventano sempre più difficile da smentire. In Sicilia non sono tutti mafiosi. Se dico “Sicilia”, lei cosa pensa? Alla mafia? Io no. Io penso al mare, al sole, al sorriso dei paesani amici dei miei parenti. Odio quando qualcuno dice che gli stranieri sono tutte brutte persone. Mi ricordo molto bene Lucas. Lui è argentino. E sua madre Rosa è bravissima e dolcissima. Forse a volte è difficile accettare le diversità ma credo che non si debba dire “che schifo” quando si vedono due omosessuali. Non fanno nulla di male e non criticano noi. Ma non voglio neanche dire che chi critica è una brutta persona. In fondo ognuno ha il suo punto di vista. Anche per me a volte è difficile rendermi conto di un diverso modo di pensare di altre persone, ma non sento di avere il diritto di criticarle. Credo che comunque ognuno debba essere rispettato. Si metta per un attimo nei panni di chi ogni giorno viene criticato per una leggera diversità. Come si sentirebbe? Non le farebbe male? Ogni giorno penso che anche gli stranieri senza soldi che ti fermano ai semafori per chiederti se vuoi il giornale siano persone buone e cortesi. Io ho anche una specie di amica. O meglio, amica di mia madre. Ogni mattina ci lascia il giornale e dice sempre “Ciao bella!” sorridendo. Ci rallegra, e credo che quelli che chiudono a chiave le portiere dall’interno siano solo contagiati dai troppi pregiudizi falsi. Forse avere stretto contatto con le persone di altre culture mi farebbe pensare diversamente. Ognuno potrebbe, anche solo per un millesimo di secondo, provare a immedesimarsi in quelli che critica e porsi un po’ di domande. Come mi sento se mentre passo per strada vedo gente che mi guarda male o ride e mi indica? Credo che se andassimo noi nel loro luogo di origine ci sentiremmo uno schifo, derisi da tutti. E allora voglio dire che siamo tutti diversi. E questo ci rende unici e inimitabili. Non deridiamo chi un giorno potrebbe deridere noi.

Giorgia Sorice

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