2018 | Lettera a chi ha cambiato la mia storia
Ginevra Barbaro
Lettera finalista nella categoria Lettera under 14.
Cara Paola,
in terza elementare è nata in me una grande paura: il distacco dalla mamma.
Fortunatamente ti ho conosciuta! Ero in macchina per il nostro primo incontro. Avevo molta ansia, perché non ero mai stata da una psicologa prima di allora e mi spaventavano le novità. Mi aspettavo il tuo studio un luogo cupo, senza neanche una luce di armonia o di speranza. La mamma ed io siamo entrate nel palazzo, ci siamo prese per mano, abbiamo fatto le scale e siamo arrivate. Sulla soglia c’eri tu, una bellissima donna alta e magra, occhi a mandorla verde smeraldo, con un profumo indescrivibile data la sua bontà! Non eri affatto la persona che immaginavo tu fossi. La mia faccia, in quel momento, da bianca lattea per la paura, iniziò a riprendere un po’ di colore. Dopo esserci presentate, siamo entrate tutte e tre nello studio. Aperta la porta, mi si sono illuminati gli occhi! Era un luogo pieno di colori: si passava dal rosso dei libri e dei pennarelli sparsi sul tavolo, al giallo delle pareti e delle tende fino ad arrivare al banco della scrivania e del pavimento fatto a piastrelle. In poche parole era un luogo magico. Tutto quello che avevo pensato precedentemente sugli psicologi e sui loro studi, era sparito lasciando spazio alla realtà! La mamma ha cominciato a spiegare il mio problema. Tutto era iniziato con la “Settimana Natura”, una vacanza di sette giorni in mezzo a piante e animali, modello scout. La partenza era andata bene ma, già la prima sera, avevo iniziato a sentire nostalgia di casa, in modo particolare della mamma. Non riuscivo ad addormentarmi, piangevo e non mi calmavo, nemmeno con l’aiuto degli adulti. Ho passato ogni singolo giorno della settimana a sperare che quell’”incubo” finisse. Insomma, ho trascorso uno dei periodi più brutti della mia, ancora breve, vita. Il settimo giorno invece, ero agitata ed emozionata per l’arrivo delle famiglie. Appena h visto la mamma, le sono corsa incontro, l’ho abbracciata e non l’ho mollata più! Qualche tempo dopo l’”incubo”, avrei dovuto affrontare una vacanza speciale: un viaggio in Sicilia per un mese con mio fratello e mia nonna. La mamma ci aveva accompagnati fino a Firenze, dove ci aspettava la nonna. Durante il viaggio in macchina mi sentivo strana, non riuscivo a parlare; era come se avessi una pietra dentro lo stomaco che mi impedisse di far fuoriuscire suoni dalla bocca. Arrivati a destinazione abbiamo fatto una piccola merenda. Appena la mamma ha detto che se ne sarebbe dovuta andare, mi si sono inumiditi gli occhi e sono corsa da lei per abbracciarla. Non ho potuto evitare di piangere. C’era voluto un bel po’ prima di riuscire a farla ripartire. In quel momento avrei tanto voluto essere a casa mia! Dopo un paio di giorni io, mia nonna e mio fratello, siamo partiti per la Sicilia. Il viaggio in pullman durò molto tempo. Guardavo fuori da finestrino: i paesaggi scorrevano veloci come il vento sotto i miei occhi. I colori si susseguivano alternandosi. Io non riuscivo a godermi questo spettacolo perché non facevo altro che pensare al fatto che i stessi allontanando sempre di più da Milano… dalla mamma. Durante la “vacanza” non riuscivo a esprimere ciò che avevo dentro, né parlando, né sfogandomi. In realtà provavo tensione e tristezza, malinconia verso casa e verso la mamma, ma anche paura e confusione. Insomma, ero un uragano di emozioni. Tornata a casa, non ho più voluto sentir parlare di viaggi o di pullman. Tu, Paola, sei riuscita a comprendere il mio problema. Il nostro obiettivo era quello di riuscire a far diminuire la mia preoccupazione, sempre di più, passo per passo. Oggi sono ancora una tua paziente, molto affezionata. Ero partita in terza elementare come una bambina timida, con una grande difficoltà da superare; oggi sono una ragazzina molto più sicura di me e maturata nell’arco di questo percorso. La mia paura non è ancora svanita, ma, grazie al tuo sostegno, alla tua dolcezza, alla tua comprensione, alla tua disponibilità e alla tua pazienza, sono certa che riusciremo nella nostra impresa. Grazie di cuore per avermi fatta crescere, portandomi sempre sulla giusta strada e, per aver cambiato… un piccolo grande pezzo della mia storia!
Ti voglio tanto bene!
Ginevra
