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2017 | Lettera a un cervello in fuga

Gianni Bertera

Lettera finalista nella categoria Lettera under 14.

Caro papi,
mi manchi veramente tanto. Ti ricordi la lettera che ti ho fatto alla tua festa? Mi ricordo come se fosse ieri quando te l’ho data e ti sei commosso e mi hai abbracciato… Quella stessa lettera è in cielo con te così ogni volta che vorrai, potrai leggerla. Io, me lo chiedo sempre, ma finalmente oggi ti porgo questa domanda: perché te ne sei dovuto andare? Sei per me, sempre stato il papà migliore di tutto il mondo, il mio punto di riferimento, sei stato sempre buono e non hai mai fatto niente di male e quando tornavi a casa ero triste perché non potevo abbracciarti poiché avevi fatto la chemio. Ti voglio raccontare il giorno “MALEDETTO” in cui sei volato via dal corpo… ma non dal mio cuore, perché si può togliere di tutto a qualcuno, ma i ricordi, ci saranno sempre. Ma tornando a prima, era il diciannove aprile (il giorno più brutto della mia vita) e quel giorno, quando dovevo prendere il pulmino ho detto a mio fratello Nicholas: che cosa ha papi? Ma arrivò il pulmino. Finii la scuola e, ignaro di quello che sarebbe successo andai con il mio amico al parco. Alle cinque/cinque e mezza arrivarono mia mamma e mia cugina Tatiana e mi dissero: è successa una cosa a papà. Io risposi: cosa? È andato ancora in ospedale? No, ora non soffre più. E scoppiai a piangere. Sinceramente non mi interessa se prendo o quattro o dieci, perché questo racconto è uno dei pochi che ho fatto con il cuore.
Forse un giorno ci rincontreremo.

Il tuo Gianni

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