2015 | Lettera di pancia
Francesco Palladino
Lettera finalista nella categoria Lettera a tema libero.
Caro papà, cara mamma, sono vostro figlio, quello mai nato, ricordate? Non posso presentarmi con il mio nome di battesimo, dato che non ho ricevuto né nome né battesimo. Come ben sapete, ho avuto una brevissima esistenza, interrotta da un vostro atto di volontà (si dice così, no?). I miei occhi non hanno mai visto la luce del sole, i miei capelli non hanno mai ricevuto la carezza del vento, il mio naso non ha mai odorato il profumo dell’erba bagnata di rugiada in una tiepida mattina di primavera, la mia lingua non ha mai gustato la stracciatella ed il pistacchio di un bel cono gelato, le mie orecchie non hanno mai udito il canto notturno delle sirene che fa addormentare il mare. La mia bocca non ha mai pronunciato le parole: mamma, papà. È stata una questione di priorità. Di fronte ad un incidente di percorso, siete stati costretti a fare una scelta, senza consultarmi. D’altronde come avrei potuto esprimere il mio parere? La mia era decisamente una posizione minoritaria. Vi siete persi il divertimento di scoprire a chi somigliavo di voi due; vi siete persi lo stupore del mio primo ruttino; vi siete persi la curiosità della mia prima poppata; vi siete persi la festa del mio primo compleanno; vi siete persi il mio primo dieci a scuola; vi siete persi il mio esame di maturità; vi siete persi la mia laurea; vi siete persi la presentazione della mia fidanzata; vi siete persi il mio matrimonio; vi siete persi il vostro primo nipotino. Avete perso una vita ed avete guadagnato una priorità. Avete saputo fare i vostri calcoli, compresa la prova del nove. Vi ricordate la canzone? Quella che fa: “Per un’ora d’amore non so cosa darei”. Voi, invece, quell’ora d’amore l’avete avuta e non l’avete saputa sfruttare. Senza dubbio un’occasione persa. Fu vero amore? No, fu solo un attimo di debolezza. E con la debolezza non si fanno i figli. Se, poi, alla debolezza aggiungiamo l’egoismo, la frittata è fatta. Mi avete “cacciato di casa”, come fossi un intruso, non sapendo andare oltre il ristretto recinto del vostro piccolo mondo. Mi avete negato la possibilità di fare le mie scelte, avendo fatto le vostre. Chiudo questa lettera senza saluti e senza inutili cordialità. A non risentirci mai più. Senza offesa.
