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2014 | Lettera a un sogno

Francesca Corti

Lettera finalista nella categoria Lettera di un'adozione.

“Ti piace la sorellina adottata? Sei contenta che la tua sorellina è bella?”
cacchio, che palle. Ancora. Ancora questa domanda stupida. 
Ma cosa pensa la gente, quando apre la bocca?
Ho 12 anni, ma questa domanda me la fanno ormai da anni. Da quando siamo tornati in Italia, 8 anni fa, arrivando da un viaggio assurdo, da un paese assurdo, per un motivo assurdo. 20 giorni prima avevamo preso in piena notte un aereo di gomma pane e fra sussulti e singhiozzi eravamo arrivati in una città caotica dell’Etiopia, dal nome che manco riuscivo a pronunciare. Eravamo lì a prendere te, piccola despota di 8 mesi. Tutto quel viaggio, dico io, per avere una sorella. Ma che cavolo, i miei amici mica avevano fatto vaccini e controlli e valigie piene di vestiti e giochi e penne da regalare a bimbi sconosciuti, per avere una sorella o un fratello. E invece noi eravamo lì, caldo, vento secco, bambini ovunque che mi continuavano a toccare, ad annusare, a guardare straniti, come se la strana fossi io!! e poi tu… piccola urlatrice neonata, che hai subito catturato le attenzioni della mamma “e perchè non mangia, e perchè non dorme, e perchè e perchè..” e basta! Sono stufa! Stufa di sentire parlare sempre di te, di adozione, di Etiopia, con la mamma che frequenta incontri, e corsi, e se ne va no a Firenze per mesi interi per imparare ancora di più sull’adozione .. e io? Io brianzolissima dodicenne biologica bionda? Non conto più nulla?? che rabbia che mi fai venire, Anna! E quando ti metti in mostra, e balli e canti davanti a tutti, piccola spudorata sorridente, che nervi che mi vengono! Anna… Annina… mia Annina… mia piccola Annina adorata.. ma perchè non riesco a rimanere arrabbiata con te?? perchè, se mi guardi con quegli occhi di acqua e onice, se mi sorridi con quella fossetta che hai a destra della bocca, se mi abbracci forte fortissimo, perchè non riesco a non ricambiare il tuo sguardo, il tuo sorriso, il tuo abbraccio? Ti guardo e mi chiedo come facciamo ad essere così uguali, noi così diverse. Mi domando com’è possibile, che io faccia cose tanto intime con una bambina che non è nata dal mio papà e dalla mia mamma, ma è mia sorella più di quanto lo sarebbe potuta essere qualsiasi altra sorella biologica. Le persone quando ci vedono fanno facce strane, pensano di sapere tutto di noi, si immaginano padri diversi e la stessa madre, parenti lontani con dna complicati, relazioni famigliari intrecciatissime.. e invece siamo solo io e te, sorelle nel profondo, uno sguardo per capirsi al volo e la mancanza d’aria se una delle due non è nei paraggi. Mi piace quando mi chiedono se siamo sorelle, mi piace leggere lo stupore negli occhi della gente, forse fra un po’ riuscirò anche a rispondere per le rime ai cretini che ancora si stupiscono della nostra famiglia colorata, ma mi piace dire con orgoglio “si, è mia sorella. Si”. Si, dai, Annina, non sono più tanto arrabbiata con te.. e neanche con la mamma e il papà, che mi han tirato dentro questa loro decisione folle e indispensabile, che si sbattono per aiutare i bimbi che ho visto giù ad Addis, che quando parlano di adozione sorridono come due beoti, e se potessero si tornerebbe in Africa una seconda volta, per un terzo figlio. Forse meglio così, che non possano rifarlo… non ce la farei a farmi di nuovo in quattro per un nuovo arrivo.

E poi.. Annina.. io lo so. Con te, abbiamo preso la persona giusta. Noi, sorelle, così diverse, ma tanto tanto uguali.
Fin nel profondo.
Ti voglio bene

la tua Chiara

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