2015 | Lettera di pancia
Emanuela Signorelli
Lettera finalista nella categoria Lettera di pancia.
Cari amori miei c’è una strana alchimia tra la mia pancia ed il mio cuore.
Capita spesso che le mie emozioni, i miei sentimenti, le mie paure, partano dal cuore per arrivare immediatamente alla mia pancia che comincia a contrarsi e ad agitarsi, quasi che questi due organi vogliano comunicare ad ogni costo tra di loro lasciando da sola la testa, la mia razionalità, per permettermi di vivere appieno le emozioni ed i sentimenti. Questa è la storia della mia vita, delle mie scelte e anche il modo in cui siete arrivati voi.
Pochi anni fa non avrei mai sperato o pensato di avervi, mi capitava di vedere altre donne, altre madri, ammirarle per la loro fortuna, pensando che mai io avrei potuto essere madre, assistere ad una recita scolastica, aiutare mio figlio a fare i compiti, accompagnarlo a scuola, sostenerlo nei momenti di difficoltà, incoraggiarlo ad essere se stesso, ridere con lui, giocare con le costruzioni, dondolarlo nella culletta, cambiargli il pannolino, vederlo crescere, aiutarlo a camminare, insegnargli a parlare, cantare insieme, camminare insieme, festeggiare il compleanno, preparare torte per le merende, invitare amichetti, sgridarlo per poi riabbracciarlo e dirgli: stai tranquillo la mamma ti vorrà sempre bene, ti sosterrà sempre, non ti lascerà mai.
Io non potevo, la mia testa non me lo permetteva anche se il mio cuore lo desiderava con tutto se stesso. Quante terapie, quante punture, quante delusioni, quanti pianti, quanti crolli e tentativi di ritornare in pista, ma la mia testa non seguiva più il mio cuore che inascoltato non mandava alcun segnale alla pancia. Io provavo e riprovavo ma sapevo dentro di me che per liberare la mia testolina dovevo dare ampio e totale spazio al cuore, smettere di programmare, di torturare il mio corpo, dovevo aprire il mio cuore. Proprio dal cuore sei arrivato tu Noel! Ricordo ancora quando abbiamo dato incarico all’Ente, ricordo gli occhi di quei bimbi congolesi raffigurati nel poster accanto al muro, occhi dolci e fieri, gioiosi nella loro disperazione. Proprio gli occhi di quei bimbi mi hanno fatto vibrare all’unisono il cuore e la pancia e ci hanno fatto scegliere l’Africa, il Congo, ci hanno fatto scegliere te. Ricordo il giorno dell’abbinamento, la foto di te sbiadita, la tua faccia paffuta e le mie lacrime di gioia. Da quel momento è iniziata la mia gravidanza di cuore durata ben 12 mesi. Il mio cuore si è riempito di un amore infinito per quel bimbo che potevo vedere solo in foto ma che sognavo ogni notte e a cui pensavo di giorno ad occhi aperti. In quei 12 mesi il mio cuore ha preso il sopravvento, ha guidato le fila della mia vita e della mia testa, ha cominciato a comunicare con la mia pancia, ad inviarle messaggi d’amore e lei ha risposto, come ha sempre fatto.
Sì, ha risposto accogliendo e facendo crescere dentro di me una nuova e meravigliosa vita: te Andrea, piccolo guerriero, dolce e fragile. Come due vasi comunicanti, la pancia ed il cuore, si sono alimentati l’uno dell’altro. Quasi a volere testimoniare questo rapporto simbiotico tra cuore e pancia che sempre ha segnato la mia esistenza, voi due, uno figlio di cuore e l’altro figlio di pancia, siete arrivati nella mia vita quasi insieme, riempiendola di significato e di gioia. Ancora oggi che sono passati cinque anni dal vostro arrivo mi sorprendo a pensare che tutte le cose che faccio con voi fino a pochi anni fa le pensavo come impossibili e irrealizzabili, ad allora in questi momenti permetto ancora una volta al mio cuore di commuoversi ed immediatamente la mia pancia si contrae, quasi a volermi ricordare he fino a che saranno loro a guidare la mia vita e la mia testa tutto sarà possibile.
