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2017 | Lettera a un cervello in fuga

Elena Portesi

Lettera finalista nella categoria Lettera a tema libero.

Caro Destino, ti ricordi di me?
Per farti capire chi sono potrei raccontarti che sono stata catapultata su questa terra ben quarantasette anni fa, il mio tentativo di rinviare per l’ennesima volta, è stato ignorato! Il giorno era quello, l’anno pure e puff eccomi nata, da quel giorno tu hai iniziato a darmi filo da torcere.
Come dimenticare l’estate della maturità, dopo mesi di tensioni ero pronta per vivere a pieno i mesi caldi, avevo organizzato una vacanza speciale, ci siamo capiti vero? Non sono mai partita, non ho preso sole, non ho fatto bagni, TU mi hai procurato la frattura di braccio e spalla. Grazie a Te ho goduto di emozioni immaginate e mai provate, grazie!
Inutile chiedersi: perché proprio a me?
Ricordi quando ho trovato il primo impiego? Ero al settimo cielo, vedevo una svolta nella mia vita, l’indipendenza era alle porte, l’auto a qualche stipendio di distanza, ma…
Dopo solo un mese di lavoro è “capitato” uno stupido incidente con conseguente rottura dei legamenti della caviglia, operazione, riabilitazione e tanta tristezza per ben cinque mesi!
Tu hai veramente scritto tutto questo per la mia vita? Non ci credo.
Ho letto che ognuno di noi è artefice del proprio destino ed allora ho cambiato atteggiamento. Volere è potere! Ho preso di petto la situazione e al passaggio, davanti a me, di un gatto completamente bianco ho capito che il cambiamento era in corso.
Ho pensato, se un gatto nero porta sfortuna un gatto bianco porterà solo fortuna. Ho visto la mia vita sorridere in barba alle tue pregresse decisioni, ho visto la mia anima illuminarsi e riprendere forza, ho sentito di essere Ercole e non più la formichina lavoratrice, che bel momento.
Il tutto è durato l’arco di un bel sogno, il gatto bianco era schizzato davanti a me facendomi cadere dalla bicicletta, provocandomi un bel trauma cranico.
È Destino, ha urlato mia madre!
Ora, caro Destino, ti chiedo di non seguire alla lettera ciò che è stato scritto, è bello, ogni tanto trasgredire, dimenticare di farmi del male, scordare di dovermi per forza ricordare che fare progetti non ha senso perché vanificato dal tuo intervento. Per cortesia, diventa ribelle, a lungo andare, potresti anche piacermi.
Ciao, per ora, con poco affetto. Elena

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