2014 | Lettera a un sogno
Davide Guglielmo Cavalleri
Lettera finalista nella categoria Lettera dal cassetto.
19.5.1918
Caro Arturo,
è già sera, ed il maggio il mese dei fiori ci rallegra anche, che benché sotto ad un umile baracchino tutti raccolti con qualche fiaschetta uso Chianti fa ben intendere che è stata fatta la cinquina. Ma il tempo vuol cambiarsi, porta nubi grigiastre che coprono il bel cielo stellato e dal grigio più e più si addensano pigliando quel colore nerastro. I fanti escono dal loro ricovero e incominciano a lavorarci attorno. Il temporale minaccia, già l’aria è greve e soffocante e fra le nubi guizzano i lampi e grossi goccioloni cominciano a cadere. Qua e la sparsi si vedono conducenti che parlano e cercano di far correre i muli stanchi ed il passeggiar ritmico delle vedette che sfidano la vendetta del cielo. Il fiume già ingrossato dalle piogge passate rumoreggia e battendo contro le rive dà quella schiuma bianca. L’acqua già scorre sotto il baracchino dunque con veri comfort moderni, il fresco naturale senza bisogno del ventilatore.
La notte passa tranquilla, qualche fucilata ma non è nulla, è solo per fare sentire al caro austriaco che quando vuol venire siamo pronti a riceverlo con tutte le buone maniere. La mattinata si presenta bene il dolce sole si rispecchia nelle acque che cominciano a limpeggiare (ritornare limpide) e il fante industrioso fabbrica dei piccoli mulini e si diverte a farli girare nei piccoli ruscelli improvvisati dal dolce Piave. Tu e tutti i cari compagni sarete un po’ inviperiti con noi perché tutti questi nuovi divertimenti conferitici a maca voi non li potete avere. Ma i nostri cari amici veri figli degni del loro defunto imperatore vogliono proprio del tutto farci divertire, ed ecco che cominciano la musica abituale, il dolce suono dei cannoni. Allora anche la signorina “artiglieria da montagna” vuole intervenire nella festa e con questa la sua cugina “artiglieria da campagna”, la zia fortezza col marito “305” e con la vecchia suocera, cattiva come una diavola, la signora bombarda. Anche la molto elegante signorina mitragliatrice provvede accompagnata dalle signorine bombe a mano SIPE e gli Excelsior, denominata ballerina per la sua elegante sottanina. Alla sera fuochi artificiali di più colori e le nostre sale da ballo tutte circondate con il guardingo reticolato. Nel vero infuriar della festa ci fanno intervenire anche i lanciafiamme accompagnati dalla bambina pistola soprannominata “la pernacchia”. Finita la festa signore e signorine si ritirano tutte ansanti dalla grande suonata. I vapori e il fumo sono serviti dal signor gas asfissiante accompagnato dal suo caro fratello lacrimogeno ed allora per completare l’opera si fa una mascherata allegra. E con questo termina, si ritorna all’umile baracchino che ci raccoglie e cerca di far riposare le nostre membra dopo di aver assistito ad un sì grande spettacolo. E voi ci pensate, ed in special modo gli imboscati? Basta un sol mese d’abbonamento e poi l’animo s’abitua a qualsiasi scena. Ora chiudendo questa mia ricevete tutti uniti i miei più caldi saluti tanto da me quanto da tutti i miei compagni che con me condividono la vita ed i piaceri.
Ringraziami Pietro Negri della cartolina e Riboni, e tu mi fai un piacere a salutarmi tutta la combriccola. Saluti al signor Angelo, la signor Pierina e la di loro signorina Olga e la simpatica cameriera. A te un bacio unito ad una stretta di mano. Salutami la famiglia
Lucio Negri
