2017 | Lettera a un cervello in fuga
Daniela Pisu
Lettera finalista nella categoria Lettera dal cassetto.
Caro amore, come al solito sono sempre io che ho l’iniziativa di scriverti per primo, con tutte le sofferenze che stiamo passando, senza aver potuto ricevere ancora, a causa della navigazione, la tua cara risposta. Credimi se almeno avessi con me non dico molto una tua calorosa frase scritta da te, quanto ne sarei felice, morirei di gioia ma, tristemente, fino all’arrivo non posso fare altro che pensarti visualmente, e con pazienza attendo che passino questi 25 giorni fino a ricevere. Mi sembra che la nave non cammini più, già soffro che ti ho così lontano e poi devo anche soffrire nella posta, ti giuro che quando arrivo e mi girano le scatole, faccio i bagagli e filo da te, tanto i soldi per il viaggio ce li ho, pensa un po’ che fino a oggi ho lavorato altre 600.000 mila lire che serviranno per fare il nido, mi lavoro altre 5 ore di straordinario al giorno e alla fine del mese in tutto mi faccio 165 ore e in soldi risultano 85.000 mila lire, parte ne mando a casa come ti ho detto e parte me li tengo qui al netto delle tasse, in tutto prendo 2.400.000, non è che sia un granché per il momento meglio questi che l’elemosina che ti danno in Sardegna, sputando sangue tutto il giorno come una bestia.
Come stavo dicendo prima, speriamo che non mi manchi la pazienza ma in questa vita ce ne vuole troppa ed io non l’ho ancora persa altrimenti a quest’ora ero già da te, per poterti amare come ci amiamo, non come adesso che stiamo soffrendo ed i nostri cuori stanno piangendo cercandosi all’infinito senza incontrarsi mai.
Certe notti ti penso e a volte mi sembra di vederti accanto a me, di poterti abbracciare ed amarti come i nostri cuori calorosi si amano ma dopo che tutto è finito non ci resta altro che amarci col pensiero. Ti penso sempre alle 6 del mattino appena apro gli occhi mi vieni subito in mente, poi ti guardo in fotografia che è attaccata al muro, vicino al letto, poi vado a lavorare e per tutto il giorno non smetto di pensarti, mi sembra di impazzire col bene che ci vogliamo che dobbiamo soffrire tanto così.
Il comandante mi ha detto che la nave forse va in Italia e mi ha promesso che mi manda in licenza e se tutto va bene non sarà più di 40 giorni che ci separano per abbracciarci, sei contenta? Spero che avrai ricevuto il telegramma per ferragosto, insieme all’indirizzo, hai già risposto? Quell’indirizzo lì provvede ad inviarci la posta al porto dove andiamo, è un agente di compagnia. Fino a questo momento non sappiamo ancora dove dobbiamo scaricare, sei stata a casa? Spero che avrai fatto un bel ferragosto, io purtroppo l’ho fatto in navigazione.
Tuo fratello e a casa tanti saluti da parte mia. Un caro saluto a Babbo e Mamma e a nonna e tutti. Infine, per i giorni che ci separano, ti saluto con calorosi abbracci e infiniti baci, per sempre uniti
Ignazio.
