2013 | Lettera di scuse
Cristina Migliorini
Lettera finalista nella categoria Lettera di scuse.
Caro amore mio, ti ho mai chiamata così in tutta questa vita? Forse quando eri così tanto piccola che nemmeno te lo ricordi. Hai una mamma orgogliosa, lo sai. Tanto orgogliosa che nemmeno questa lettera riuscirò a darti di persona. La scoprirai da sola, dopo che questa malattia avrà finito di mangiarmi il corpo e lascerà libera la mia anima. Sofia, anche se spesso sono stata una madre assente, sai che ti ho sempre voluto bene; non sono mai stata brava con le parole o con gli abbracci; ho dedicato quasi tutto il tempo alla mia professione, all’ospedale e alla ricerca. Sono grata a te e a tuo padre per l’amore che mi avete dato in maniera completamente incondizionata. Per questo meriti di sapere. E di scegliere se vorrai. Di provare dolore. E forse anche odio per me. Perché quell’uomo che ogni sera ti ha preparato il bagnetto e scaldato la cena, l’uomo che ti ha insegnato a leggere e a scrivere, a cucinare la torta di mele, che per te ha inventato le favole più belle, che la notte ti ha aspettata per anni in piedi quando da ragazzina andavi a ballare, quell’uomo geloso di te, orgoglioso di te, talmente innamorato di te da scordarsi di sé, ecco quell’uomo non è tuo padre. Non prendertela con lui, perché anche lui non lo sa. È convinto che tu sia la sua carne, ma sono certa che ti adorerebbe anche se scoprisse la verità. Perché tu sei la sua vita, la struttura del suo tempo, le ossa che costruiscono il suo essere uomo. Io non ho mai avuto il coraggio di affrontarlo, avrei fatto troppo male a tutti e tre. Lo so che ti lascio tra le mani una bomba che squarcerà il tuo passato e il tuo mondo. Per questo e per lo schiaffo al tuo futuro io ti chiedo perdono. Ho tradito il tuo papà. E da quell’atto assurdo e istintivo sei nata tu. Quando ho scoperto di essere incinta ho assolto il mio peccato, mi sono perdonata perché tu saresti stata la luce di una grazia. Il segno di un destino che avrei dovuto proteggere. E che tuo padre ha accolto nel cuore come un battito suo. Ho mentito a lui per salvare noi. Perdonami amore mio, per aver trafitto la tua vita, per aver dimenticato il tuo papà in qualche notte di tanto tempo fa. L’uomo che ha il tuo stesso sangue è un medico francese, un uomo bello e lontano, che forse ti ha lasciato in eredità quell’ombra blu che hai nello sguardo; avevamo partecipato allo stesso convegno medico, era l’autunno del 1977. Eravamo a Parigi e lui parlava italiano con quel vago accento francese che mi faceva sognare il mare. Avevamo quasi trent’anni e, nonostante il nostro lavoro, ci ostinavamo a credere che ci fosse un filo d’eternità a farci stare in bilico sul mondo. È proprio vero che la vita ti rapisce a poi ti restituisce a te stessa cambiata e stravolta. Io da quei giorni assolati a Parigi sono tornata con te. Ti cercavo, con tuo padre ti volevo, ma non arrivavi mai. E invece sei venuta da lui, uomo quasi sconosciuto, improvviso come una marea. Non ho mai pensato di rinunciare a te, anche se i primi mesi di gravidanza sono stati duri, mi sentivo rotta tra l’amore che cresceva nel mio ventre e il senso di colpa che mangiava il mio sonno e si attaccava allo stomaco. Hai prevalso tu, Sofia. E il tuo papà era talmente felice che non sarei mai riuscita a scalfire quel castello di cristallo e zucchero che stava costruendo per te. Eri già più sua che mia. Sofia, sei una ragazza intelligente, abituata a camminare a testa alta. Non abbandonare il tuo orgoglio, perché tu sei l’eredità migliore di tre persone che hai unito in un riassunto meraviglioso. Ti lascio addosso quest’ombra grigia. E la libertà di dire quello che vorrai a tuo padre. Ricorda che ti ho amata tanto. E che il tuo papà ti amerà per sempre più di se stesso, perché tu sei l’anima del suo cuore, e lo sarai comunque, qualunque scelta farai. L’uomo che ha il tuo stesso sangue non ha mai saputo di te, non volevo ti cercasse, volevo che tu fossi dell’uomo che ti ha cullata da quando eri solo un desiderio. Ma adesso sei tu a poter decidere. Se scoprire quel passato nero o se camminare come hai sempre fatto. I documenti di quel medico straniero sono nel cassetto delle mie gioie. Non c’è scelta scorretta quando si tratta d’amore. C’è forse tanto dolore e magari anche una storia di infinito cercare e di eterna inquietudine, ma credimi: è meglio sbagliare per amore che non sbagliare per paura di quell’amore.
Con tutto il cuore che posso. Scusami. Per sempre. La tua mamma
