2017 | Lettera a un cervello in fuga
Claudia Torello
Lettera finalista nella categoria Lettera alla luce.
No, non lo dire… ti prego, evitamelo. “Ma…. la sua mamma?”
E niente… la domanda arriva diretta perché la curiosità è più forte di qualsiasi rapporto di confidenza ci possa essere tra di noi. Ora che sono uscite le parole, ora aspetti da me una risposta che possa mettere pace alla tua curiosità.
“Io sono la sua mamma!” Eccola la mia risposta, detta con un sorriso di cortesia plastificato. Allora tu che fai? Corri ai ripari… “Uh ma si certo, non volevo dire quello”.
Voglio sperarlo, però l’hai detto. Hai sottolineato (se mai ce ne fosse stato bisogno), che per te non sono io la sua mamma al 100%. Anche tu sei mamma: dimmi allora, cosa fa di te la mamma di tua figlia? E così mi racconti.
Le smagliature dei 9 mesi della gravidanza sulla pancia, segno indelebile del passaggio della tua bimba. Pensa, con l’attesa della mia bimba, a me si è ingrossato il cuore. È diventato come un contenitore vuoto che cresceva sempre un po’ di più durante l’attesa. Ci sono stati dei giorni in cui quel contenitore si riempiva di tristezza. E ce ne stava tanta, credimi. Giorni in cui conteneva solo speranza (tantissima), giorni in cui traboccava di lacrime. Ma forse nemmeno io mi accorgevo che, in realtà, giorno dopo giorno quel cuore si stava riempiendo d’amore, perchè quando la mia bimba sarebbe arrivata anni dopo, l’amore doveva essere già pronto all’uso. Immediato per giunta!
I chili in più e vederti terribilmente brutta.Sai, cara mamma, cosa è successo a me quando ho saputo della mia bimba? Una slavina di emozioni mi sono arrivate addosso, troppo difficili da gestire tutte insieme (gioia, incredulità, farfalle nello stomaco, paura, timore, ce la faremo?), così lo stomaco si è chiuso e non ho mangiato per 2 giorni . Quando ho preso con me la mia bimba avevo una silhouette invidiabile. E così all’uscita dell’ospedale, spingendo la carrozzina con baldanzosità e fierezza, avevo anche la sensazione di essere la mamma più bella del mondo. Un test di gravidanza positivo, le doglie e il parto. Ok qui vinci (ammesso che sia una gara), alzo bandiera bianca. Però ti racconterò che le mie doglie sono state quelle chiamate del Tribunale per situazioni poi non realizzate. (Nell’adozione nazionale può seccedere). E il mio test di gravidanza e il mio parto coincidono nello stesso momento… con una giudice al posto dell’ostetrica. C’era una bimba, si c’era ed era la mia. Il giorno dopo l’avrei vista per la prima volta. E dopo 5 giorni sarebbe venuta a casa con noi. Prova ad immaginare. Prenderla in braccio la prima volta. Qui ti invidio. Come vorrei che le prime braccia a prendere la mia bambina fossero state le mie. E invece no. Ma abbiamo anche noi la nostra prima volta. Era li, in un lettino. Poi l’istante dopo in braccio a me. Gli occhi che si illuminano e no, non c’è tempo per piangere, non in quel momento, non potevo vedere per la prima volta la mia bimba e vederla sfocata!
La luce di un raggio di sole di agosto che entra filtrata dalle persiane nella stanza, quella luce che illumina una donna che prende per la prima volta in braccio la sua bambina. Gli sguardi che si incrociano. Amore a prima vista. Ed hai presente quella sensazione di non poter tornare più indietro perchè tutto è vero, tutto è stato scritto, perchè tutto era destino, perchè Dio ha voluto così o semplicemente perchè la fortuna ci si è messa di mezzo, perchè… non lo so, tutte queste cose insieme probabilmente.
Ecco, però so è stato in quel momento, in quel preciso momento che una mamma è venuta alla luce.
Ma dai, anche per te è stato così?
