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2017 | Lettera a un cervello in fuga

Cinzia Gioberti

Lettera finalista nella categoria Lettera a un cervello in fuga.

Lunedì 12 dicembre 1988, ore 17,20: 3,200 kg – 52,00 cm.

Sei nata! Sei bella, ma anche buffa, con quei piedi lunghi e magri e le piccole orecchie “pelle di pesca”. Tuo zio Paolo, che non dice una cosa sensata neanche per sbaglio, dice che diventerai bellissima. Chissà, magari questa volta avrà ragione.
Andrai via di casa presto, viviamo ai confini dell’Impero, ed è scontato che la tua vita sarà altrove. Sarai una bambina felice, una ragazzina piena d’interessi, come diciamo scherzando papà ed io sei il nostro “sbaglio”: Giulia, tua sorella, ha solo 18 mesi più di te e sei arrivata senza pianificarlo. Sarai “una secchiona”, ma atipica, quella che tutti vorrebbero come compagno di banco, sempre disponibile e con tanti amici.
Suonerai la batteria, come papà e hai il suo dono, saprai disegnare. Amerai l’arte e vorrai fare l’Accademia, ma sceglierai Architettura per rimanere con i piedi per terra. Milano e il Politecnico ti porteranno lontana, poi Berlino dove finirai l’Università e dove vivrai, socia a 27 anni dello Studio che ti assumerà appena laureata.Questo è quanto racconterò a chi mi chiederà di te, la tua storia simile a quella di tanti ragazzi in questi anni, ma tu sei mia figlia, la persona che più al mondo assomiglia a papà che 4 anni fa ci ha lasciato. Era un papà così speciale, così felice di essere il vostro papà. La sua morte ha segnato un confine nelle nostre vite.Nulla sarà mai “completo”. Mai più.Ora aspetto i rari momenti nei quali possiamo condividere la quotidianità come un regalo che la vita mi fa.Tuo fratello Andrea è il piccolo di casa, sta crescendo anche lui in fretta ed è il nostro catalizzatore: è lui che ci fa sentire una famiglia anche se sparsi per il mondo, perché non è vero che la lontananza si può negare.Né la tecnologia né la forza di volontà può colmare quel vuoto. Il vostro amore per lui mi commuove. Immagino il vostro futuro e già questo mi sembra incredibile dopo tanta tristezza e tante difficoltà. Hai provato a fare il lavoro di papà per darmi un aiuto concreto, ma questo i ha provocato dolore e problemi di salute, che naturalmente mi hai nascosto. E poi… abbiamo creduto che sareste stati bene in un’Europa senza confini – Erasmus, poi le scelte più importanti, ma se in tanti abbiamo come immagine profilo di Whatsapp e FB “Verità per Giulio Regeni” forse non siamo stati abbastanza attenti e la fiducia in un mondo migliore non è stata sufficiente a proteggervi. Succede anche che in una serata qualunque, mentre la televisione fa da sottofondo alla cena, il respiro mi si blocca e il cuore perde un colpo. Prima ancora di ascoltare la notizia ho riconosciuto il luogo: è il mercatino di Natale di Berlino, quello vicino alla tua Università, quello dove ci hai portato lo scorso anno… domani hai l’aereo per tornare a casa-sei passata a salutare gli amici-stai comprando un ultimo regalo da stipare in valigia… E allora i messaggi sul gruppo Whatsapp “ciau family” che è diventato il nostro modo di comunicare più simile allo stare insieme, le telefonate, le mail, per 30 eterni minuti non hanno risposta. Il mondo è diventato un luogo ostile ed io ho permesso che tu ci andassi. Poi rispondi, ignara di tutto, eri lontanissima da quel luogo di dolore, ma non posso fare a meno di stare male pensando che qualche genitore non è stato altrettanto fortunato. Ecco Silvia, questa sei tu, una giovane donna che si è guadagnata il suo futuro senza smettere mai di essere altruista e profondamente onesta.
Ti penso e ti rivedo saltellante, con la coda di cavallo che dondola, una bellissima bimba che non riusciva a camminare normalmente, la tua gioia di vivere ti faceva correre.Mi manchi, ma voglio saperti felice o almeno serena, anche lontana, se questo è il prezzo da pagare. Sei speciale, neanche te ne accorgi e fortunate le persone che ti amano.
mamma

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