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2014 | Lettera a un sogno

Arianna Greco

Lettera finalista nella categoria Lettera a un sogno.

Caro Babbo Natale,
finalmente ho il piacere di fare una chiacchierata con Lei. Sì, immagino si stia già chiedendo cosa io voglia. Cosa desideri una quattordicenne che non Le ha mai spedito nemmeno un biglietto per augurarLe Buone Feste. Una che alle Elementari sosteneva con tutta la sua convinzione che il Ciccione vestito di rosso (senza offesa) era solo un’invenzione ben riuscita dei papà e delle mamme. Ma niente, quei suoi compagni erano di coccio. Va beh, non ho ancora risposto alla Sua domanda: come mai io, che non L’ho mai considerata, Le scrivo proprio ora, quando l’infanzia l’ho già attraversata da un pezzo? Beh, la storia è lunga. L’altro giorno filosofeggiavo sul divano con lo sguardo rivolto verso la finestra e con il sottofondo degli Aerosmith che cantavano ‘Dream On’ dal pc di mio fratello. Mi interrogavo sul perché della vita, il suo scopo, sul Bene, sul Male e via dicendo. Ho riflettuto sul mio breve frammento di esistenza. Ne sono uscite due parole: amore e sogni. Nel mio caso la prima (e con essa intendo l’amore passionale più che l’amicizia) è marginale e la seconda è tutto. La mia testa potrebbe scoppiare per quanti sogni vi sono stipati. Se non fosse per i traguardi cui aspiro, il mio presente non avrebbe senso. Tutto il sudore, la fatica, le lacrime, le notti in bianco, le tazzine di caffè, la stanchezza, le liti, le rappacificazioni, le delusioni, le soddisfazioni… non avrebbero nessun significato. Se osservando il cielo azzurro non pensassi al mio futuro, non mi resterebbe nulla.
Ed è così deludente per me leggere la letterina di Bea e scorrere, sconsolata, una lista interminabile di COSE. Sì, proprio così. COSE. “Caro Babbo Natale, vorrei…” oppure “Sono stato buono quest’anno, quindi per Natale desidero…”
Un computer
Un cellulare nuovo
La play.
Dove cacchio sono finiti i sogni? Le più alte aspirazioni dei ragazzi sono rinchiuse in una scatola grigia? È colpa Sua forse? Non lo so. Ma vede, chi meglio di Lei potrebbe aiutarmi? Lei rappresenta le ammaccature del mondo di oggi, personifica le lamentele di quei quattro vecchietti al bar o i discorsi dei grandi a tavola. Il Suo volto è sulla prima pagina di tutti i quotidiani e sulla bocca degli speaker nei telegiornali. Lei è la corruzione, la guerra, la povertà. Lei ha convinto i più piccoli che la felicità si compra con i soldi. Lei, con le Sue guance rosse, con il Suo sorriso incorniciato dalla folta barba riccioluta, con la Sua pancia, tanto grande che potrebbe contenere l’intera Africa, ha illuso i bambini che i loro desideri possano essere elencati su una letterina e recapitati il giorno seguente. Dovrebbe spiegare loro che i desideri veri, i SOGNI, si conquistano con il sudore della fronte, con le rughe e con la forza di volontà, non con un banale “Io vorrei” e con una mazzetta di verdoni. Gli insegni, per favore, che la vita ha BISOGNO di questi sogni.
Questo è il regalo che mi piacerebbe tanto ricevere domani. Mi aspetto di non trovarlo ai piedi dell’albero di Natale, avvolto in una costosa carta da pacchi o accuratamente piegato in una busta immacolata. Bensì vorrei ammirarlo, guardando fuori dalla finestra, nei sorrisi dei bambini e sentirlo nelle loro parole. Vorrei leggerlo sui giornali e sui muri. Vorrei che fosse sulla bocca di tutti come una canzone. L’altro giorno mi addormentai su quello scomodissimo divano ancora piena di dubbi e domande, ma con un ritornello che mi rimbombava in testa:
 “Canta con me, canta per gli anni, canta per le risa e canta per le lacrime. 
Canta con me è solo per oggi, forse domani il buon Dio ti porterà via
. Continua a sognare, sogna, sogna, sognati un sogno che diventa realtà”.
 Buon Natale anche a Lei.

Cordiali saluti.
Una giovane d’oggi

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