2018 | Lettera a chi ha cambiato la mia storia
Angela Meneguzzato
Lettera finalista nella categoria Lettera di un'adozione.
Trento, 12 settembre 2018
Caro Quy, dormi sereno nel tuo lettino. Guardandoti così nessuno sospetterebbe che sei un terremoto.
Sono cambiate tante cose in poco tempo e per me non è stato facile… insomma sono una nonna, ho la mia età! Soltanto un anno fa i tuoi genitori mi hanno detto entusiasti che sarebbero partiti per venirti a conoscere: un macigno nello stomaco. Ho aspettato tanto per avere un nipotino, ho pregato tanto. Sai, sono una brava persona, vado sempre in chiesa, aiuto il prossimo e prego, prego tanto ma l’anno scorso pensavo che Dio non mi avesse proprio ascoltata. Alla signora Luigina si che l’aveva accontenta, due nipotini belli sfornati a tre anni dalle nozze della figlia, proprio due angioletti paffutelli e con i riccioli d’oro. Per non parlare della mia amica Carla. Ancora più fortunella! Il figlio ci ha messo solo dieci mesi dal matrimonio per farla diventare nonna. E a me? A me aveva dato una figlia così incosciente da voler attraversare il mondo con il marito per conoscerti, per portare un estraneo in casa nostra. Uno di cui hanno visto solo una fotografia e una cartella clinica che inizia con “madre: ignota”. Una frase che risuona nella mente stile musica di Psyco! Ora dormi e sorridi… ma sai quante carte hanno fatto quei poveretti dei tuoi genitori? Corsi di qua e corsi di là, colloqui con psicologi, assistenti sociali, tribunali, dottori, sia in Italia che in Cambogia. Guarda, mancava solo un colloquio con il Papa e poi avrebbero avuto la benedizione proprio di tutti. Per non parlare della Cambogia, ma dov’è questa Cambogia? Mi è toccato aprire l’atlante per andarla a cercare! Ti confesso che quando l’ho trovata ho pensato che avrei dovuto comprare quintalate di riso e la domenica mi sarei dimenticata della polenta con lo spezzatino. Ma i tuoi genitori sono di coccio, lo sai? Io dopo poco ti avrei rispedito al mittente. Hai continuato per un mese a morderli come un piranha arrabbiato. Eri così assetato di attenzioni che ormai quella poveretta di mia figlia al telefono non riusciva più ad avere una conversazione con me superiore ai 30 secondi. Eh si! Perchè se lei non ti guardava le scombinavi tutta la casa o le tiravi i capelli. Ma non parlo di scombinare tipo “spostare un soprammobile” parlo di scombinare tipo “allagare il bagno e disegnare sul divano”… e non parlo di “tiratine di capelli leggere”… erano veri e propri scalpi! Per non parlare di mio genero che ormai sembrava un’acciuga. A forza di passare notti in bianco era calato 5 chili… eh, bello mio, non ti alzavi mica una volta a notte ma cinque, dieci, quindici per controllare che non si fossero spostati dal letto, che tutto fosse vero, che non si fossero stufati di te e ti avessero rispedito in istituto. Lo sai che la prima volta che sei venuto a pranzo da me i tuoi genitori ti hanno inseguito per tutta la casa per farti mangiare qualcosa? A tavola non ci stavi mica seduto… altro che i nipoti della Luigina! Così è stato pure la seconda, la terza, la quarta volta …. e la carbonara non ti andava e il branzino alle olive nemmeno e l’insalata blea … eh insomma mica vorrai mangiare sempre riso in bianco! Sono stati mesi intensi, è stata dura ma ora ti guardo e ne sono proprio certa: NO. Non potevi proprio rimanertene là. Sei così meravigliosamente te stesso che credo proprio che Dio mi abbia ascoltata, solo non sapevo che il miglior nipote del mondo fosse nato così lontano. I tuoi abbracci, il tuo dirmi “ti voglio bene nonna” sono stati una conquista, il tuo essere una scoperta e sono proprio felice che mia figlia e suo marito non mi abbiano ascoltata. Sei la gioia della mia vita, ti voglio bene.
La TUA nonna
