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Amici del festival

Laura Marinoni accende le emozioni della lettera vincitrice dell’anno

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All’attrice Laura Marinoni è stata affidata la lettura della lettera vincitrice del tema dell’anno e della Lettera d’oro scritta da Caterina Baccaro.

Mia cara pancia,

tu ed io siamo sempre andate d’accordo, sin dai primordi. Quando sono nata pesavo più di cinque chili, e tu c’entravi parecchio, tonda e soda com’eri.

Crescendo mi sono snellita, ma tu sei rimasta prominente. Quando zia Maria, la sarta della famiglia, mi misurava i vestitini, si disperava perché, anche se tagliati e cuciti con cura, si alzavano sempre davanti; lei mi diceva di tenere dentro la pancia, ma tu da quell’orecchio proprio non ci sentivi.

Il tempo è passato, sono diventata una ragazza e tu, pancia, sempre soda, ma non più prominente, quando mi sdraiavo l’estate sulla spiaggia quasi scomparivi, godendoti il sole bella spianata.

I momenti particolari fra te e me sono stati tanti: la granita di caffè al Motta di Bari dopo i trenta agli esami universitari, e con doppia panna se c’era stata anche la lode; i ricci pescati e gustati sugli scogli di Rosamarina, sciacquati nell’acqua ancora limpida di sessant’anni fa. Se poi ne avevamo pescati tanti, ti ricordi?, ci riunivamo per una spaghettata olio aglio e ricci sul tavolo di pietra sotto l’albicocco.

E i fioroni colti direttamente dai rami carichi dopo una pioggia tintinnante sulle foglie ruvide, e le pesche spaccatelle con le guance di ragazza, e i grappoli neri di ottavianello…

Non avrai certo dimenticato le gran mangiate di verdure selvatiche appena colte, di cardoncelli, di lampascioni fritti a rosa, di parmigiane di melanzane, di zucchine o di carciofi, le pucce con le cipolle, i pomodori e le olive, il pane appena sfornato dal forno a legna della casa di mare, le patate cotte sotto la cenere calda, le teglie di riso e cozze, le alici farcite, l’acquasala, le frise, i tarallini olio e vino…

Ce la siamo veramente spassata, mia cara, senza però mai eccedere, senza strafare, cercando sempre di godere delle buone cose prodotte in loco, trattate con mano leggera nella preparazione e nei condimenti.

Ora abbiamo settantacinque anni, i due figli che tu hai custodito amorevolmente per nove mesi (sono stato tra i più belli della mia vita e, per te, un trionfo, alla fine eri enorme, sembravi una mongolfiera) ora sono adulti e lontani.

Io sono caduta più volte con lesioni e fratture di costole, femori e radio.

Da un mese ti sto bucando per iniettarti ogni giorno una dose di enoxaparina sodica, perché dopo la rottura del secondo femore potrebbe partire un embolo, e allora ce ne andremmo, io e te, quindi, anche se sembri una grattugia o una faccia di bimbo con il morbillo, mi sei sempre simpatica, forse, se possibile, di più, e spero che continueremo ancora per un bel po’ il nostro sodalizio. Conviene anche a te, no?

Del resto, anche adesso che giro per casa con due stampelle, preparo ugualmente dei buoni pranzetti e non ti faccio certo mancare frutta e verdura di stagione, orecchiette, cacioricotta, pomodoro fresco e basilico del balcone, crostate di composte casalinghe, gelati, sorbetti, granite e mousse. E le serate in pizzeria con la pizza “spettacolo” o “boh”? Basta, andiamo avanti così e non rattristiamoci per il tempo che passa. Lui deve passare, è il suo compito, e noi lo lasciamo passare.

Stammi bene.

 

Caterina tua

 

Crediti foto: Andrea Lisco

 

 

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Antonio Cornacchione legge la lettera che accorcia le distanze e celebra il sogno di tanti ragazzi.

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Antonio Cornacchione ha portato sul palco della Casa delle Arti le emozioni racchiuse nella lettera di Martina Dei Cas, vincitrice del premio speciale Writing the distance. 

Con la sua lettera Martina ha dato voce a milioni di bambini e ragazzi che a causa della guerra si vedono negato il diritto all’istruzione, giovani a cui “non servono scuole belle come castelli, ma adulti coraggiosi, che ci aiutino ad imparare anche nelle circostanze più avverse. Perché tu, cara scuola, non sei un luogo. Ma un sogno fragile. L’unico capace di cambiare in maniera durevole il destino di popoli e Paesi”

Per leggere la lettera, clicca qui

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Max Pisu: comico, attore e papà legge la migliore Lettera Under 14

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Fa sorridere ma anche riflettere la lettera vincitrice della categoria Under 14. 

Proprio come il suo interprete: Max Pisu, attore e comico che riesce sempre a unire l’ironia a un racconto puntuale e critico della quotidianità, che ha dato voce al racconto di Matilde Mezzetti.

La vincitrice della categoria riservata ai più giovani ha raccontato la sua esperienza durante il periodo di didattica a distanza con spontaneità e simpatia, senza nascondere il senso di smarrimento dato dalla chiusura della scuola e il desiderio di riabbracciare i propri cari e ritrovare una certa “normalità”. Il testo della lettera è disponibile qui

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Valerio Bongiorno interpreta la Lettera d’oro 2020/21

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È di un’insegnante di Fossalta di Portogruaro, Laura Musso, la lettera che vince l’edizione 2020/2021 del Festival. A dare voce a questo ironico racconto del percorso scolastico della protagonista, dalla scuola elementare fino alla vita da docente, l’attore e operatore teatrale Valerio Bongiorno. 

Clicca qui per leggere il testo della Lettera d’oro 2020/21

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