Dal mondo

La scoperta dell’America raccontata in una lettera dall’inestimabile valore.

Published

on

È datata 15 febbraio 1493 ed è stata scritta a bordo della ’Nina’: è la lettera con cui, durante il viaggio di ritorno dall’America, Cristoforo Colombo in persona descriveva ai finanziatori della sua spedizione, Ferdinando e Isabella di Spagna, gli esseri umani, la fauna e la flora del Nuovo Mondo erroneamente scambiato per le Indie, in cui si era imbattuto dopo 33 giorni di navigazione, attraccando il 12 ottobre 1492.

L’Epistola de insulis nuper inventis, versione in latino di quella missiva scritta in realtà in lingua spagnola, venne stampata nel 1493 in 18 copie, tiratura che non ne ha intaccato lo straordinario valore storico, e la copia ritrovata era custodita nella biblioteca Riccardiana di Firenze, prima di intraprendere un lungo viaggio, che l’ha portata fino alla biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America, a Washington DC, quasi ripercorrendo lo stesso tragitto in essa raccontato.

Il gen. Mariano Mossa, comandante del nucleo dell’arma dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, davanti al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, e all’Ambasciatore Usa in Italia, John R. Phillips, ha ricostruito il cammino fatto dalla lettera: trafugata dalla biblioteca fiorentina e sostituita con un falso, successivamente acquistata da un collezionista privato elvetico nel 1990, due anni dopo venduta all’asta a New York per soli 400mila dollari, valendo in realtà almeno un milione di euro, per concludere poi il suo viaggio nel 2004 a Washington, a seguito di una donazione effettuata, apparentemente in totale buona fede, alla Biblioteca del Congresso.

Oggi l’opera dal grande valore storico e archivistico è tornata in Italia, per rimanere nel luogo in cui, fin dalla sua nascita, era destinata a giungere.

Trending

Exit mobile version