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Edizione 2023

Gaia Bolognini vince la Lettera d’oro

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La XVII edizione del Festival delle lettere è stata vinta da Gaia Bolognini a cui è stata consegnata la Lettera d’oro, riconoscimento per la miglior Lettera a un influencer. In un panorama molto affollato di profili più o meno seguiti, di account ufficiali e spunte blu, Gaia ha immaginato una influencer ante litteram, una nonna con la passione per la moda che come feed aveva a disposizione la vetrina di un negozio. 

Sulle note della fisarmonica di Sara Calvanelli, Paolina Consiglieri ha dato voce al testo scritto da Gaia, che riportiamo di seguito. 

Cara nonna,

tutto è iniziato come un gioco, ricordi? D’altronde la moda è da sempre un affare di famiglia, per noi. Quante ore ho passato da piccola a guardarti mentre impacchettavi maglie eleganti e morbidi pantaloni per le tue clienti. Restavo appollaiata vicino a te, sul bancone della tua amata bottega, e attendevo con trepidazione il momento in cui il pacchetto regalo sarebbe stato pronto per apporre con attenzione, vicino al fiocco, l’adesivo dorato “Casa del Regalo”. 

Crescendo la mia attenzione si è spostata dal contenitore al contenuto e da adolescente, ad ogni cambio di stagione, non vedevo l’ora di scoprire la nuova collezione per saccheggiarla dei capi più iconici, tendenzialmente di colore nero! 

Poi è stato il momento di scegliere cosa fare da grande e visto che non avevo la stoffa di Vivienne Westwood e Giorgio Armani ho scelto di studiare, specializzandomi in Comunicazione digitale, per vivere comunque il mondo della moda, raccontandolo dal backstage delle sfilate sui social media e i siti web delle riviste. 

Dopo tanta gavetta e un pizzico di fortuna, sono riuscita a farmi spazio nel mondo della Moda “con la M maiuscola”, quello scintillante, esclusivo e un po’ arrogante. Non è stato facile farsi accettare, senza un cognome altisonante e le conoscenze giuste, ma sai che sono una “testona”. 

Post dopo post, fotografia dopo fotografia, hashtag dopo hashtag, il mio profilo digitale è cresciuto insieme a me e ad un certo punto mi sono trovata nel posto giusto al momento giusto. Ho avviato una collaborazione con LA nostra rivista preferita. Sì, proprio quella che sfogliavamo insieme in negozio, alla ricerca dei look più stravaganti… È stato il coronamento di un sogno, uno di quei desideri talmente ambiziosi che ti imbarazzi perfino a confessare gli altri. 

Sai che il primo contenuto che ho creato per i canali social della rivista aveva per protagonista un completo pantaloni rosso Valentino? Credo di non averti mai confessato il perché di quella scelta, un po’ lontana dal mio stile. Ebbene, se cerchi nel tuo armadio dei ricordi troverai quel meraviglioso tailleur rosso fuoco, con grandi bottoni dorati, che avevi acquistato solo per te e che tutte le clienti ti invidiavano. Ricordo che dicevano con sguardo sognante: “Signora Angela, di che marca è? Piacerebbe tanto anche a me!”. 

Oggi mi definiscono un’influencer, lavoro con tanti brand, ho poca privacy e molti followers, ma sono convinta che tutto questo non sarebbe successo senza di te. Perché tu sei stata la prima vera influencer ante litteram che ho conosciuto. Poco importa se alla tua epoca Instagram ancora non esisteva, tu avevi un “feed” speciale per esprimerti: le vetrine del tuo adorato negozio e la passione con cui sceglievi i vestiti e li presentavi alle clienti più esigenti sono stati i primi “copy” che ho imparato a conoscere. Grazie per avermi insegnato un bellissimo mestiere.

Con immenso amore,

Gaia

Edizione 2023

Carlo Gabardini interpreta la lettera vincitrice del Premio alla libertà

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Ogni anno il Festival delle lettere assegna il Premio speciale alla libertà in memoria di Ettore Carminati. Per questa XVII edizione il riconoscimento è stato assegnato a Bruno Bianco autore di uno scritto ironico ma allo stesso tempo molto serio sull’importanza della memoria, del ricordo e degli insegnamenti del passato per non ripetere gli errori commessi e difendere valori come appunto, la libertà. A leggere il testo che riportiamo di seguito è stato l’attore e comico Carlo Gabardini. 

Egregio Signor Presidente della Repubblica,
con la presente mi rivolgo alla Sua persona e all’Istituzione che Lei rappresenta per sottoporLe un mio personale problema.

Sono un imprenditore di 65 anni che vive nella campagna del Monferrato astigiano. Deve sapere che poco meno di 3 anni fa sono inciampato su un gradino e cadendo ho sbattuto la testa; niente rotture, ma la botta mi ha lasciato un la perdita completa della memoria. Sì, signor Presidente; dalla mia testa sono scomparsi tutti i ricordi di una vita.

Negli anni passati ho presentato svariati ricorsi; ho assoldato gli avvocati più famosi, ho portato relazioni fatte da luminari di fama internazionale, ma non ho trovato nessun giudice con il coraggio di darmi ragione.

Adesso, signor Presidente, io mi rivolgo a Lei. Io chiedo, esigo e pretendo che mi sia riconosciuta una malattia invalidante tale da assegnarmi lo status di persona diversamente abile. Un handicappato, signor Presidente. È quello che sono e tutti lo devono sapere. Voglio la pensione, le agevolazioni fiscali e il parcheggio negli stalli riservati. Non è per soldi che non mi mancano; quello che voglio è un trattamento equo rispetto a quelli che hanno problemi come li ho io; a qualcuno manca l’uso delle gambe e ad altri la vista. A me manca la memoria.

Lei non ha idea di cosa significhi non aver nessun ricordo da raccontare. Sono condannato al silenzio delle cose importanti; posso chiacchierare, discutere e urlare su qualunque argomento futile e insignificante, ma non posso parlare dell’unico argomento importante che è il mio passato. Questa è il mio handicap, signor Presidente, e Lei non abbia la paura che hanno avuto gli altri. Ci vuole coraggio per riconoscere il mio handicap, perché vuol dire ammettere che il nostro è un paese di handicappati.

Siamo un popolo che ha smarrito la memoria; abbiamo esaurito il desiderio di libertà perché abbiamo dimenticato la dittatura, abbiamo smesso di dare valore alla terra perché non sappiamo più cos’è la fame e vogliamo vivere connessi di tecnologia perché non ci ricordiamo come eravamo connessi quando la domenica mattina stavamo insieme nelle piazze.

Almeno Lei, signor Presidente, riconosca la mia menomazione; sono certo che la crescita di un popolo si misuri nella capacità di riconoscere i propri handicap e ammettere di esserne portatori. Lo deve fare per me e per chi è convinto di meritare questo riconoscimento.

Con stima e rispetto.
Un suo semplice concittadino.

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Edizione 2023

Leonardo Marchesi è uno dei vincitori della categoria Under 14

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Per la categoria Under 14 quest’anno la giuria del Festival ha scelto di premiare due partecipanti, capaci di interpretare in modo inaspettato il tema principale, lettera a un influencer. 
A dare voce a una delle due lettere vincitrici è stato Carlo Gabardini: si tratta della lettera di Leonardo Marchesi, un giovane con la passione per la scrittura, che ci ha raccontato come mai considera il nonno il suo influencer e modello.

Di seguito il testo della lettera:

Caro nonno,

tu in realtà non sei un vero influencer perché ti conosciamo io, mamma, papà, e la restante parte della famiglia. Però nonostante tutto tu hai lottato una vita in un circuito pieno di buchi, curve, e molte zone tortuose. La mia mamma mi ha raccontato molti aneddoti sulla tua vita, ma io continuo a non capire come sia possibile che tu non abbia mai avuto dei momenti in cui eri più fragile. Ovviamente escludendo quelle volte in cui avesti un pneumotorace. Tu ti chiederai: “ma Leo, come fai a saperlo visto che tu neanche mi hai conosciuto di persona?” Perché proprio ieri sera eravamo mamma e io in auto e stavamo chiacchierando del più e del meno, a un certo punto, non mi ricordo bene perché, siamo finiti a parlare del voto che la nonna ha fatto di andare a ringraziare San Francesco sei tu fossi guarito da questo pneumotorace. E perciò siete andati a Assisi per bene 32 anni di fila a ringraziarlo. E visto che mi incuriosisce, andremo ad Assisi anche noi.

Sono incuriosito perché giusto al partire dell’anno scolastico un mio amico ha fatto la ricerca su Assisi e più nello specifico sulla Porziuncola e in generale la città. Ma io di sicuro e sottolineo di sicuro non alloggerò nello stesso posto in cui alloggiarono mia mamma e mio papà quando la mamma portò papà a conoscere i vostri posti perché non gli piacque per niente. Le cause? Molto semplici. (Aspetta, perché devo ammettere che loro non lo potevano sapere).

Comunque, ritorniamo a noi. Primo motivo era inverno e non c’era il riscaldamento, secondo motivo non c’era il riscaldamento neanche in bagno e terzo motivo era in mezzo al nulla.

Comunque prima di mettere la parola fine a questa lettera ti vorrei dire che molte scelte della mia vita che ho fatto saggiamente le ho prese io, ma in tante sei intervenuto tu. E, se mi fermo a pensarci un attimo, le scelte fatte pensando a te non sono mai state sbagliate. Adesso con l’adolescenza non so se le decisioni le prendo io oppure tu, ma so che uno dei due le prende. 

Nonna dice sempre che io assomiglio di più a te che a mia mamma o mio papà e io le ho sempre detto che non è vero ma adesso sto iniziando a pensare che abbia per ragione perché siamo entrambi bravi a disegnare, a copiare i disegni, in matematica e a entrambi piace la tecnologia. E inoltre proviamo entrambi un certo amore per la tecnologia riferita ai motori, alle automobili è tutto l’ambaradam riferito alle corse. 

Comunque tra poco devo lasciarti perciò uso lo spazio del foglio rimanente per dirti che ho sempre voluto tornare indietro nel tempo per conoscerti e un giorno spero di poterlo fare.

E adesso, dopo aver espresso questo ultimo concerto ti dico: “ciao, alla prossima lettera”. E stanne certo che un’altra lettera ci sarà.

Leo

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Edizione 2023

Lettera dal cassetto: vince la lettera di Elena Piccagli, letta da Ludovica Coscione

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Viene dal cassetto sulla sinistra della credenza di casa Piccagli la lettera vincitrice della categoria Lettera dal cassetto, inviata al Festival dalla giovane Elena. Il testo accompagnava i regali per i 18 anni della mamma di Elena, la stessa età che la giovane partecipante ha compiuto quando ha deciso di condividere con noi la lettera, interpretata per il pubblico del Festival dalla giovane attrice Ludovica Coscione. 

Cara Lucia, oggi è il giorno del tuo compleanno, del tuo diciottesimo compleanno. “I diciotto anni vengono una volta sola” si dice. Ti chiederanno e ti chiederai: “E il giorno dopo come ci si sente?” Molto probabilmente la risposta sarà: “Uguale a prima”. Ma non devi farci caso, perché è solo l’apparenza.

Le grandi cose si costruiscono giorno per giorno, fermandosi a riflettere, riprendendosi se talvolta si scivola un po’ o si sta per cadere. Può anche succedere che dei giorni tu possa vedere tutto nero o dei giorni tutto rosa o giallo… o bianco: fa parte della vita. Pensa sempre, in ogni circostanza, che tu sei importantissima, che sei un progetto di vita che deve diventare un segno per gli altri: un segno di amore, di comprensione, altruismo. E se talvolta gli altri non ti capiscono perché forse ciò che fai o dici non è alla moda, pazienza… non avere paura! Continua ad andare avanti.

E guardati intorno: c’è il sole, la luna, c’è la vita, c’è la scuola, la casa, i genitori, le tue sorelle e tanti amici che ti vogliono bene. E in occasione di questo tuo diciottesimo compleanno abbiamo un po’ esagerato, ma ogni regalo aveva un significato per la tua crescita.

Per prima un’agenda: è più che un’agenda, è un organizer dove poter segnare i tuoi impegni, un modo carino (almeno spero) per aprirsi al tuo futuro professionale e sentimentale…
Poi c’è un album-foto: “Chiunque tu sia.” Beh quel chiunque tu sia, sei tu, la mia carissima Lucia, a cui ho fatto sì tanti dispetti ma a cui voglio un bene immenso.
E poi un “Raccoglitore” per organizzare, che so, i tuoi incontri, le tue conferenze (!), i tuoi ritiri, i tuoi impegni… quello che vuoi. 

E poi un bacione grosso grosso e tanto affetto da parte di noi tutti.

Silvia, Maurizio, Francesco

Al termine della lettera Elena aggiunge “questa lettera è stata scritta da mia zia a mia madre, quando lei ha compiuto 18 anni, l’età che a breve compirò io”

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